Non si sentono valorizzati e manifestano un profondo disagio nei confronti della gestione aziendale. I risultati di un sondaggio di Cgil, Uil e Fials effettuato tra circa 1.200 dei 3.800 dipendenti del San Matteo parlano di malessere talmente diffuso da portare il 63,5% dei lavoratori a considerare l’idea di dimettersi. "Questo dato non può e non deve essere ignorato - commentano i sindacati -, evidenza un disagio profondo che potrebbe tradursi in una grave perdita di personale qualificato". L’84,49%, invece, giudica insufficiente il modo in cui la direzione valorizza le loro competenze, l’86% considera insufficienti le politiche aziendali per favorire un corretto equilibrio tra vita professionale e personale e l’84,85% del dipendenti ritiene che l’azienda non promuova un ambiente di lavoro collaborativo e rispettoso. "Questo dato - proseguono Cgil, Uil e Fials - evidenzia criticità gravi che minano la coesione e la serenità sul posto di lavoro". Ha dichiarato nel questionario anonimo di non avere fiducia nelle direzioni dell’ospedale l’88,93% dei lavoratori. Un numero allarmante che dimostra la distanza tra chi guida il policlinico e chi ogni giorno ne assicura il funzionamento. Infine 1’86,89% dei partecipanti ritiene siano necessarie rivendicazioni sindacali nel San Matteo.
"Questo risultato - continuano le organizzazioni sindacali - ci spinge a intensificare i nostri storzi per difendere i diritti dei lavoratori e migliorare le loro condizioni". Complessivamente Cgil, Uil e Fials giudicano allarmanti i dati: "Occorre un intervento immediato e risolutivo da parte del San Matteo. I problemi strutturali che stanno soffocando il personale devono essere affrontati con serietà e responsabilità. Monitoreremo e continueremo a rappresentare con fermezza i diritti e le esigenze dei lavoratori. Lo stato di agitazione da tempo proclamato rimane attivo". I sindacati stanno pensando a ulteriori iniziative da mettere in campo se non arriveranno soluzioni immediate. Nel frattempo la preoccupazione è per la disaffezione nei confronti di una professione fondamentale per garantire il servizio pubblico. Riposi che saltano, turni cambiati e stipendi non consoni alle responsabilità stanno portando alcuni operatori ad andare altrove. Una novità per il San Matteo che è sempre stato considerato un punto di arrivo per chi lavora in ambito sanitario. Dal San Matteo fanno sapere che il disagio interessa tutto il settore sanitario. Da parte loro continueranno a dialogare con i sindacati per cercare soluzioni ai problemi.