MANUELA MARZIANI
Cronaca

Controllavano le piazze delle spaccio in Oltrepò e in provincia di Varese con aggressioni e minacce: dieci arresti

L'indagine dei carabinieri di Stradella partita due anni fa, dopo il tentato omicidio di un uomo nell’aprile del 2022

Barbianello, i carabinieri alla cascina disabitata

I carabinieri alla cascina dove, nell’aprile 2022 era stato trovato un uomo agonizzante

Stradella (Pavia), 3 dicembre 2024 – Dieci persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di Stradella. Sette di loro sono di origine marocchina e tre egiziani, tutte sono accusate a vario titolo di detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, estorsione, ricettazione e lesioni personali aggravate in concorso. I fermati abitano a Vigevano, Parona e Milano, ma alcuni di loro erano già in carcere per altri motivi.

L'indagine è partita da varie aggressioni armate avvenute nei pressi di Broni e zone limitrofe dell'Oltrepò Pavese, nei confronti di persone di origine magrebina, tra cui un tentato omicidio nell’aprile del 2022. Allora un uomo era stato trovato agonizzante nelle campagne. Per quell’azione criminosa quattro persone erano state arrestate nell’estate del 2022.Da lì i militari erano riusciti a ricostruire tutta la rete di controllo dello spaccio in diverse piazze del territorio di Broni e nella provincia di Varese.

Secondo quanto è emerso dall'attività investigativa, infatti, ogni giorno vi era la cessione di numerosissime dosi di cocaina, eroina e hashish, i cui prezzi di vendita venivano accertati in 70 euro al grammo per la cocaina, 20 euro al grammo per l’eroina e 10 euro al grammo per l’hashish, con un guadagno medio giornaliero quantificato in 3.000 euro. Nel periodo di indagine, sono state intercettate oltre 22.000 conversazioni telefoniche.

Gli appuntamenti con i clienti avvenivano vicino a strade provinciali di scarso passaggio, boschetti e casolari abbandonati, per avere un ampio controllo visivo della zona e garantirsi più agevoli vie di fuga. Nelle piazze di spaccio c’erano abitualmente numerose armi (sia pistole che fucili), provento di furto, utilizzate per le aggressioni finalizzate al controllo del territorio ma anche nelle quotidiane attività di spaccio per minacciare i clienti o per costringerli a fare qualcosa per loro in cambio di stupefacente.