REDAZIONE PAVIA

Tende per la Palestina in università. L’occupazione continua e divide

Manifestanti sostenuti da atenei e associazioni. Ma cresce anche l’irritazione

Tende per la Palestina in università. L’occupazione continua e divide

Dalle finestre del corridoio del rettorato sventola la bandiera palestinese e, sotto, nel cortile sono state spostate le tende dell’acampada. Sono sempre di più i rifugi nei quali i ragazzi passano la notte dal 17 maggio. Tende che dal cortile Volta, ribattezzato cortile Adnan Al-Bursh in omaggio al medico palestinese morto in seguito alle torture che gli sono state inflitte dall’esercito nelle carceri israeliane, sono state piantate a pochi metri di distanza, sotto le finestre del rettorato.

Prosegue il presidio pacifico del gruppo Giovani per la Palestina che da lunedì staziona negli uffici dell’Università. Seduti per terra con i loro libri o tablet studiano per preparare i loro esami della sessione estiva, pronti ad alzarsi quando deve passare qualcuno. Si alternano con chi sta in cortile e si incontrano per stabilire i prossimi passi da compiere. "Intifada fino alla vittoria" promettono perché non intendono sgomberare finche non avranno ottenuto la convocazione di un senato accademico straordinario nel quale discutere dei rapporti tra l’Università e gli enti israeliani. Nel frattempo anche da altri atenei come quello di Lodi arrivano attestazioni di solidarietà come da alcune sigle sindacali e la protesta si potrebbe allargare. Per cercare una mediazione questa mattina è previsto un incontro in prefettura al quale parteciperanno, oltre a una delegazione di studenti, anche il rettore Francesco Svelto e il sindaco Michele Lissia. Sarà quella la sede di confronto per trovare una soluzione senza arrivare allo sgombero coatto. Intanto alle 18,30 di oggi anche la Rete antifascista manifesterà di fronte all’Università contro la guerra in Israele e anche in sostegno ai giovani in lotta in contro la repressione, gli sgomberi e le rappresaglie, per l’estensione della lotta per la liberazione della Palestina, per una pace fondata sulla giustizia. E Pavia non resta a guardare. Molti cittadini che attraversano abitualmente i cortili dell’ateneo osservano la protesta dei ragazzi. Qualcuno porta da mangiare, altri da bere e altri ancora una semplice parola di conforto. Ma non mancano le persone che non condividono le ragioni della protesta.

M.M.