STEFANO ZANETTE
Cronaca

Affitto a prostitute: madre e figlio nei guai

Le tariffe: 50 euro al giorno o 350 per una settimana. Sono accusati di favoreggiamento e irregolarità nelle procedure di locazione

Carabinieri (foto repertorio)

Travacò Siccomario (Pavia) - La madre, 59enne, si occupava materialmente della gestione dell’appartamento, di proprietà del figlio 35enne. Entrambi dovranno rispondere del reato di favoreggiamento della prostituzione e anche dell’omessa "comunicazione all’autorità di alloggio di persone in affitto breve". I carabinieri della Stazione di San Martino Siccomario hanno avviato accertamenti in seguito alle segnalazioni di altri residenti nel condominio, a Travacò Siccomario. L’andirivieni di clienti e la presenza di diverse ragazze che si alternavano nell’appartamento non erano infatti passati inosservati agli altri condòmini. I militari della Compagnia di Pavia hanno dunque avviato un’attività di osservazione, raccogliendo anche le testimonianze dei numerosi clienti che entravano e uscivano dall’appartamento, a conferma dell’attività che si svolgeva all’interno. La prostituzione non è un’attività illecita, ma la legge punisce sia lo sfruttamento che anche il favoreggiamento. In questo caso, a chi affittava l’appartamento alle ragazze non è stato contestato lo sfruttamento, perché non prendeva una percentuale sulle prestazioni, ma il favoreggiamento, perché a conoscenza dell’attività che le affittuarie esercitavano nell’abitazione.

Nel corso dei mesi delle indagini sono state intercettate dai carabinieri quattro diverse ragazze, due albanesi e due romene, che pubblicizzavano la propria attività tramite annunci su siti internet. Per usare l’appartamento, un piccolo bilocale, pagavano 50 euro al giorno oppure 350 euro alla settimana, a seconda degli accordi che di volta in volta stringevano per l’affitto. Una locazione in realtà irregolare, perché l’appartamento risulta essere la residenza del 35enne proprietario, anche se di fatto domiciliato in provincia di Alessandria. E non si può affittare la propria residenza, per la quale non si pagano le tasse in quanto prima casa. Inoltre l’attività di cosiddetto affitto breve, che in base agli accertamenti dei carabinieri è risultata avviata già a partire dal giugno dello scorso anno, non era stata comunicata alle autorità competenti, violando così l’obbligo di legge di informare la Questura sui nominativi delle persone che alloggiano, seppure temporaneamente, sul territorio. Se il 35enne è stato denunciato in quanto proprietario dell’immobile, la madre, residente nell’Astigiano, è risultata altrettanto coinvolta: in base alle indagini dei carabinieri, era infatti lei che si occupava di sistemare l’appartamento tra un affitto e l’altro e partecipava anche alle assemblee condominiali.