
Operazione 'Piazza Pulita'
Pavia - Sei persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza stamattina, nelle province di Pavia, Piacenza ed Alessandria, nell’ambito dell’operazione denominata “Piazza pulita” scattata oggi all’alba: si tratta di imprenditori locai e dirigenti e funzionari di una società che si occupa di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani. I destinatari delle ordinanze di misura cautelare sono accusati a vario titolo di peculato, truffa ai danni di un ente pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, induzione a dare o ricevere utilità, gestione di rifiuti non autorizzata, furto e ricettazione. I militari hanno anche accertato condotte di assenteismo.
Indagini durate due anni
Uno degli indagati è finito in carcere, gli altri cinque ai domiciliari. Le misure cautelari arrivano al culmine di indagini svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Voghera, durate 2 anni, che hanno consentito di accertare reati contro la Pubblica Amministrazione e numerose condotte illecite nell'ambito della raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei rottami ferrosi nella provincia pavese, con il coinvolgimento di 15 persone fra dirigenti e funzionari di una societa' e imprenditori locali.
Assenteismo e illeciti guadagna
Le attivita' investigative hanno inizialmente coinvolto uno degli arrestati, che si trova attualmente in carcere (C.S. di 59 anni), responsabile del servizio di coordinamento del personale impiegato nella raccolta rifiuti della societa'. I finanzieri hanno scoperto che era dedito alla costante commissione di condotte di "assenteismo" dall'attivita' lavorativa, dimostrate dal fatto che, durante l'orario di lavoro, questa persona si recava ripetutamente presso la propria abitazione per il disbrigo di faccende personali. Inoltre, abusando del suo potere all'interno della struttura aziendale, persuadeva altri dipendenti della societa' pubblica, in particolare i suoi piu' stretti e fidati collaboratori (C.A. di 33 anni e G.G. di 45 anni) anche loro tratti in arresto, ad assentarsi dal posto di lavoro ed aiutarlo nelle faccende private, talvolta anche di ristrutturazione edilizia della propria abitazione. In cambio prometteva illeciti guadagni e la riconferma del posto di lavoro. I finanzieri hanno anche scoperto, mediante video riprese e pedinamenti, che i due dipendenti durante l'orario di servizio trascorrevano diverse ore a giocare con apparecchiature videoslot in locali pubblici.
Condotte di peculato
La Guardia di Finanza ha, inoltre, messo in luce ripetute condotte di peculato, commesse proprio dal responsabile del personale e dai suoi dipendenti. Gli indagati si sarebbero, infatti, appropriati di circa 150 mila chili di rottami ferrosi depositati presso le isole ecologiche dell'azienda per poi cederli illegalmente ad un imprenditore tratto in arresto (A.I. di 43 anni), titolare di una societa' attiva nel settore. L'arrestato C.S., di 59 anni, in piu', avrebbe utilizzato indebitamente le tessere carburante aziendali, da lui personalmente gestite, acquistando durante il periodo delle indagini oltre 5.000 litri di carburante per uso proprio e della sua famiglia.
Falsificazione dei dati
La Guardia di Finanza ha infine scoperto un impianto criminale basato sulla sistematica falsificazione dei dati indicati sui formulari previsti dalla normativa sui rifiuti: con la complicita' dei dipendenti infedeli, il titolare di una ditta individuale autorizzata ad accedere presso la piattaforma ecologica della societa' (B.G. di 66 anni) in stato di arresto, provvedeva a selezionare, tra decine di tonnellate di rifiuti ferrosi quelli di maggiore pregio, separandoli da quelli di scarto. Una volta sottratti, i rottami oggetto di furto venivano ceduti ad un terzo soggetto (G.V. di 49 anni in stato di arresto), titolare di un'importante societa' pavese attiva nel settore del trattamento dei rifiuti ferrosi, ricavandone un illecito guadagno.
Violazione procedure
A conclusione delle attivita' di polizia giudiziaria, i finanzieri della Compagnia di Voghera hanno anche accertato che due dirigenti pro tempore della societa' finita al centro delle indagini, in concorso con gli imprenditori operanti nel settore dei rifiuti e rottami ferrosi, avrebbero violato le prescrizioni previste per il procedimento di scelta del contraente nell'ambito dei contratti pubblici. Infatti, dalle attivita' investigative e' emerso che il contratto di affidamento del servizio di cernita e vendita del rottame ferroso presso la piattaforma ecologica gestita dalla societa' a partecipazione pubblica e' stato concluso favorendo alcuni imprenditori, in totale violazione delle procedure ad evidenza pubblica dettate dal codice degli appalti.
ha collaborato NICOLETTA PISANU