Per combattere lo spreco alimentare, la parola d’ordine è pianificazione. Lo sostiene l’Osservatorio Waste Watcher secondo il quale sono aumentati (+45,6%) i dati relativi allo spreco di cibo, che è stato ricordato domenica nella Giornata mondiale contro lo spreco alimentare. La scarsa qualità di frutta e verdura (42%) e di prodotti già vecchi alla vendita (37%) fanno finire cibo nella spazzatura, ma anche le abitudini dei consumatori contribuiscono: il 37% dimentica cibo in dispensa o frigo, solo il 23% programma i pasti e il 75% non è in grado o non è disposto a rielaborare gli avanzi. PlanEat, la startup nata per combattere lo spreco alimentare, proponendo kit di ingredienti freschi, lavati, pesati e porzionati per famiglie e single, pronti per piatti senza spreco, ha realizzato un esperimento, calcolando il risparmio – in cibo e risorse – che 100 famiglie rappresentative della platea nazionale (il 50% nuclei da 3 e 4 persone, 30% coppie e 18% single), hanno realizzato in 6 mesi facendo la spesa quasi unicamente sulla loro piattaforma (oltre 3 volte al mese). Secondo i dati, rielaborati in collaborazione con il dipartimento economics and management dell’Università di Pavia, sono state 2,7 le tonnellate di cibo "salvate" dalla pattumiera dalle 100 famiglie "osservate" (una media di 27 kg a famiglia): pari a 7 tonnellate di Co2 e 1,6 milioni di litri di acqua e 30mila metri quadri di terreno risparmiati per produrlo. L’analisi ha evidenziato che pianificazione e attenzione allo spreco si traducono in risparmio: per un carrello composto da frutta, verdura, pasta, sughi, formaggi, focacce e dolci al 67%, carne al 21% e pesce al 12%, un nucleo di 4 persone spende circa 300 euro al mese evitando di sprecare oltre 70 kg di cibo all’anno. M.M.
CronacaUn’indagine su cento famiglie. Sprechi ridotti di cibo e acqua. Così si può salvare l’ambiente