MANUELA MARZIANI
Cronaca

Universitari e camerieri: “Paghe da fame o in nero. E se ti ammali, ti mollano”

Pavia, nel capoluogo servire ai tavoli è la prima occupazione per gli studenti. Con contratti da stagista a 1,40 euro l’ora e privi di qualsivoglia tutela

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La sigla sindacale Usb ha avuto un incontro con la nuova Giunta. Sarà creato un Tavolo con al centro i giovani lavoratori

Pavia – “Dopo aver lavorato da me, potrai mettere il mio nome nel tuo curriculum, quello è il tuo compenso”. “Lavoro 70 o 80 ore settimanali per la stessa paga che avevo concordato quando ho accettato il posto. Peccato che avrei dovuto lavorare la metà del tempo”. E poi c’è chi percepisce 5 euro l’ora pagati in nero, che non vengono neppure corrisposti se il lavoratore si ammala o si assenta per un periodo, e anche chi è costretto ad aspettare settimane o mesi prima di riuscire ad avere in mano i soldi guadagnati e si sente a disagio nel doverli chiedere.

Vivono queste situazioni molti universitari che si trovano un lavoro per mantenersi agli studi. La prima occupazione che cercano è fare il cameriere. “Mi pagano 5 euro l’ora – racconta una ragazza – e devo pagare gli errori che commetto a causa dell’inesperienza. Significa che, se rompo un bicchiere, lo pago. Se sbaglio un ordine, pure. Ovviamente non ho un contratto. Mi hanno detto che è più conveniente per me, così guadagno di più”. “Io un contratto ce l’ho – aggiunge un altro ragazzo – È da stagista, pagato 1,40 euro l’ora”.

Per mettere ordine nel settore della ristorazione a novembre dovrebbe essere istituito un tavolo composto da più soggetti. È stata la Usb a chiederlo nel corso di un incontro che Stefano Signorelli dell’organizzazione sindacale ha avuto con gli assessori Alice Moggi (vicesindaco), Matteo Pezza (Bilancio), Giampaolo Anfosso (Lavoro), Rodolfo Faldini (Commercio). “Da contratti fasulli alla totale mancanza di rispetto degli accordi – sostiene Signorelli – sono numerosi e diversi i casi segnalati tutti i giorni in un settore che non permette una vera e propria crescita economica e sociale, ma alimenta una piccola parte della città.

Come sindacato, Usb si confronta costantemente con le problematiche del lavoro e ha quindi presentato una prima e provvisoria piattaforma di indirizzo, il tavolo appunto che, una volta composto e operativo, dovrà valutare e agire perché siano tutelati i diritti dei lavoratori e rispettati i termini dei contratti di riferimento. I rappresentanti della Giunta hanno dimostrato decisa apertura e interesse per il tema, rendendosi conto della sua attualità e centralità soprattutto per i lavoratori più giovani. La problematica, se affrontata in modo complessivo e coerente, può diventare un modello organizzativo e venire estesa a molte altre realtà del territorio nazionale. Pavia potrebbe diventare un laboratorio d’avanguardia rispetto alle politiche del lavoro affrontabili dagli enti locali”.

“Le irregolarità si trovano sia nei locali più grandi sia in quelli più piccoli – sottolinea un giovane che ha cambiato diversi posti, sempre lavorando in cucina – La tredicesima e la quattordicesima le ho ricevute in due locali. Uno però mi corrispondeva l’80 per cento dello stipendio in chiaro e il 20 in nero così si “mangiava“ quello che avrei dovuto percepire nei mesi come dicembre, quando lavorando nei giorni festivi avrei dovuto guadagnare di più. Invece prendevo sempre lo stesso stipendio. Da un posto poi mi hanno costretto ad andarmene quando mi sono ammalato di Covid”. Ma non è popolato solo da squali, il mondo della ristorazione: “Ci sono locali onesti – rimarca il giovane – Una trattoria di campagna anonima, in un paesino, è stata correttissima con me. Niente a che vedere con i posti più quotati”.