REDAZIONE PAVIA

Universitari e camerieri. L’identikit dal sondaggio:: "La metà lavora in nero"

Hanno dai 18 ai 25 anni, contratti precari e paga tra i 7 e gli 8 euro lordi. Il sindacalista dell’Usb: niente corsi per la sicurezza né visite mediche.

Le ragazze subiscono pure molestie

Le ragazze subiscono pure molestie

Ha dai 18 ai 25 anni, studia all’Università, vive con contratti precari e una retribuzione tra i 7 e gli 8 euro lordi l’ora. È l’identikit del lavoratore nel settore ristorazione. I dati sono stati raccolti in un questionario distribuito da Radio Aut, circolo da sempre gestito dai giovani per i giovani e per la città e da Usb, l’Unione sindacale di base, in vista dell’apertura a Pavia di un tavolo di lavoro sulla ristorazione tra le istituzioni e le parti sociali, che sarà inaugurato il mese prossimo. Circa cento i questionari compilati.

Dall’analisi, illustrata al Broletto, emerge che il 73% degli operatori ha tra i 18 e i 25 anni e il 25% tra i 25 e i 30. Soltanto il 2% è over 30. È studente-lavoratore l’81,6% e il 54,2% ha un contratto a chiamata; mentre è assunto a tempo determinato il 20,8 e indeterminato il 10,4%. Percepisce una retribuzione lorda inferiore ai 6 euro l’ora il 20% degli intervistati e più di 10 euro solo il 15. Non è tutto in busta paga lo stipendio del 72,3% e per oltre la metà dei contratti oltre il 50% della paga è in nero. Ma i ragazzi non provano neppure a discutere le condizioni di lavoro. Chi lo ha fatto, non ha risolto il problema. "Mi hanno detto che non si potevano permettere di fare un contratto diverso da quello a chiamata", ha ammesso un intervistato.

"Solitamente gli studenti preferiscono il nero per non alzare l’Isee", ha risposto un datore di lavoro. Ma c’è stato pure chi ha ottenuto un euro in più l’ora e chi è stato licenziato, chi si è dimesso e chi ha visto diminuire gli straordinari. "Una situazione a dir poco drammatica – commenta Francesco Signorelli dell’Usb – Le buste paga non sono trasparenti, alcuni lavorano senza aver seguito il corso di sicurezza e fatto una visita medica. Il contratto a chiamata viene usato per aggirare eventuali minacce di licenziamento, spesso c’è un sovraccarico di lavoro per non pagare più dipendenti e piccoli-medi infortuni non sono mai stati retribuiti".

"Lavoravo in nero pagata in contanti a serata o a fine settimana – ha raccontato una ragazza – Una sera sono inciampata in uno zaino di un avventore e ho rovesciato uno spritz, caduto in parte su un’altra cliente. La ragazza non si è affatto arrabbiata e mi ha aiutata a pulire, il titolare però mi ha tolto il prezzo dello spritz, 7 euro, dalla paga. Ho lavorato 3 ore e mi ha pagato per 2. Alcune mie colleghe invece se ne sono andate a causa delle molestie verbali più o meno pesanti". Tutti questi problemi saranno esaminati durante il tavolo istituzionale, appena sarà convocato. "L’alternativa è il conflitto, unica arma a disposizione dei lavoratori sfruttati", conclude Signorelli.

Manuela Marziani