MANUELA MARZIANI
Cronaca

Villanterio in lutto per Andreea Mihaela Antochi: comunità chiede giustizia

La comunità di Villanterio si unisce alla famiglia Lovin per chiedere giustizia dopo la tragica perdita di Andreea.

La comunità di Villanterio si unisce alla famiglia Lovin per chiedere giustizia dopo la tragica perdita di Andreea.

La comunità di Villanterio si unisce alla famiglia Lovin per chiedere giustizia dopo la tragica perdita di Andreea.

Lutto cittadino e campane che suoneranno a lutto. Domenica Villanterio si stringerà attorno alla famiglia Lovin. Una famiglia spezzata che qualche giorno fa da Villanterio aveva raggiunto il San Matteo perché Andreea Mihaela Antochi, 30 anni avrebbe dovuto dare alla luce il piccolo Sasha e invece è tornato a casa soltanto il papà Florin Catalin Lovin. "Ho parlato con il parroco, don Luca Roveda – dice il sindaco Gianluigi Poma – e domenica a mezzogiorno ci sarà un minuto di silenzio per lasciar riecheggiare soltanto le campane che suoneranno a lutto con le bandiere a mezz’asta". Il primo cittadino conosce il papà che descrive come un uomo molto buono e perfettamente integrato. "È un muratore bravissimo – prosegue – tutta la comunità di Villanterio che è affranta per quanto successo, ora è pronta a stargli vicino". Da medico su quanto accaduto non si sbilancia: "Il reparto di Ostetricia del San Matteo lavora bene. A memoria non ricordo una tragedia simile. Purtroppo è difficile da accettare, ma i parti talvolta possono andare male anche nel 2024. Spetterà alla magistratura ora far luce su quello che è successo".

Secondo le amiche e i familiari di Andreea, però, non tutto sarebbe andato per il verso giusto. Lo hanno ribadito ieri in un presidio organizzato davanti all’ingresso del Policlinico in viale Golgi per chiedere giustizia. "Andreea era mia cognata – ha detto tra le lacrime Loredana Lovin –. Hanno aspettato troppo per farle il cesareo. Andreea ha atteso questo bambino per sei anni, finalmente era rimasta incinta ed era impaziente di tenerlo in braccio. Purtroppo non l’ha neanche visto. Era uscita di casa lasciando la cameretta pronta e tutto quello che sarebbe servito al bambino. Aspettava di tornare con il piccolo". Ogni manifestante che ha sfidato la pioggia pur di andare a gridare la propria voglia di giustizia teneva in mano una foto di Andreea, l’ultima scattata, quella che ritrae la donna di origini romene con il pancione e la copertina preparata per dare il benvenuto a Sasha. "Anche io ho vissuto un travaglio di 14 ore prima di avere il cesareo – ha raccontato l’amica Irina Anton che ha organizzato il presidio –. Andreea non ce la faceva più, le mancava il respiro. Dopo 5 o 6 ore era sfinita, non riusciva a spingere aveva chiesto per favore di farle un cesareo, i medici hanno risposto che ce l’avrebbe fatta. Abbiamo visto com’è andata. Eppure prima di entrare in ospedale stava bene. Ci siamo viste sabato sera, era serena. Lunedì mattina quando ci siamo risentite mi aveva detto che alle 8 sarebbe stata portata in sala parto e poi la situazione è precipitata. Era stata una gravidanza tranquilla, sempre monitorata".

A pezzi il marito Florin Catalin Lovin che da giorni non dorme e non mangia; le lacrime gli scendono a fiumi: "Ho perso tutto, ero un uomo felice e ora sono talmente distrutto d’aver pensato di farla finita. Andreea era tutto e non solo per me". Non smette mai di piangere anche Viorica, la mamma della giovane donna che non parla italiano e ripete continuamente "è un dramma". "Due è troppo – ha sottolineato anche il fratello di Catalin, Gabriel Lovin –. Non possiamo accettare due morti". Andreea Mihaela Antochi lavorava come operaia alla Fm logistic di Corteolona ed era iscritta alla Usb. I colleghi la ricordano come una ragazza solare, al settimo cielo per essere riuscita a realizzare il sogno di diventare madre. "Grazie per i sette anni più belli della mia vita, quelli che ho vissuto con voi. Vi amerò per sempre. Addio, amori miei" ha scritto su Facebook il marito che si è affidato all’avvocato Ferdinando Mauro Miranda per avere giustizia. "Non accusiamo nessuno – spiega il legale –, non parliamo di negligenza da parte di qualcuno. La denuncia è contro ignoti perché sia verificato quanto è accaduto".