Pavia, 20 febbraio 2024 – La rivelazione consegnata alla telecamere Rai da un’ex dipendente di un’azienda produttrice di vini dell'Oltrepò getta un’ombra su uno dei comparti più importanti dell’enogastronomia lombarda. Secondo quanto affermato a Report da un’anonima “whistleblower”, che lavorava per un produttore industriale di Redavalle, parte dei vini della regione vitivinicola della provincia di Pavia sarebbe prodotta con metodi quanto meno non ortodossi, fra mix di uve, alcune delle quali provenienti anche da altri territori, utilizzati per vini con etichette differenti e acqua impiegata per allungare.
Si tratta di dichiarazioni da prendere con le pinze, ovviamente, ma ce n’è abbastanza per alimentare il dibattito, tanto che l’amministratore delegato di una cooperativa vitivinicola dell’Oltrepò ha criticato la scelta dei rappresentanti del Consorzio tutela vini locale di non prendere posizione sulle accuse rilanciate dal programma Rai.
Il territorio
L’Oltrepò Pavese rappresenta la terza zona vitivinicola più importante lombarda. Si trova sulla riva destra del Po, a sud della provincia di Pavia, al confine con il Piemonte, la Liguria e l’Emilia Romagna, appena sopra la catena degli Appennini.
Le caratteristiche del terreno
Nel sottosuolo si è stratificato materiale risalente a diverse ere geologiche: sono presenti le marne e le arenarie e sono di natura calcarea, gessosa e argillosa, con presenza anche di sabbia.
Vitigni e vini
La “potenza di fuoco” dell’Oltrepò, dal punto di vista delle possibilità di produzione, è impressionante. Sono 13.500 gli ettari di terreno coltivati a vite, dato che fa dell’Oltrepò la terza regione vitivinicola per estensione sul territorio italiano.
Il vitigno più coltivato dell’area è la barbera, seguito da croatina e uva rara, anche se l’uva più importante per quanto riguarda la produzione di qualità è rappresentata dal pinot nero.
Le Docg
La zona vanta un’unica Docg (Denominazione a origine controllata e garantita), l’Oltrepò Pavese Metodo Classico, spumante prodotto in prevalenza con uve pinot nero. Fa parte della Docg anche il cosiddetto Cruasé, nome concepito e ideato dai produttori dell’Oltrepò: si tratta di uno spumante metodo classico elaborato in versione rosé sempre da uve pinot nero.
Le Doc
Molto più importante il “contingente” di piccole Doc: vanno citati Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, Pinot Grigio dell’Oltrepò Pavese, Bonarda dell’Oltrepò Pavese e Casteggio. Molto considerate dagli esperti del settore sono la Doc Buttafuoco e la Doc Sangue di Giuda, vini rossi fermi realizzati assemblando barbera, croatina e uva rara.