UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Dal giro del mondo all’asta deserta, il violino del Duce era di Vivaldi

Pavia, la scoperta: abbandonato a Venezia, ora vale un tesoro

La presentazione della ricerca sul violino

Mortara (Pavia), 10 maggio 2017 - Nelle mani di uno dei più grandi liutai di sempre; poi in quelle di un gigante della musica come Antonio Stradivari. Poi ancora in quelle di Benito Mussolini, appassionato violinista e infine in quelle di diversi collezionisti, nessuno dei quali ha mai saputo di avere per le mani un autentico pezzo di storia. Lo hanno scoperto, quasi per caso, il maestro Roberto Allegro e la dottoressa Vittoria Aicardi, mortaresi, studiosi di Vivaldi, mentre stavano mettendo a punto la loro opera sui manoscritti degli ultimi anni di vita di uno dei più grandi compositori di musica barocca custoditi ad Occimiano (Alessandria). «La storia dei manoscritti e di riflesso anche quella del violini sembra la trama di un romanzo - racconta il maestro Allegro - e non è stato facile per noi ricostruirne le tappe».

Il violino, realizzato alla fine dei Seicento dal mastro liutaio Nicola Amati, era certamente stato tra gli strumenti utilizzati dal «prete rosso» veneziano. Con tutta probabilità lo aveva abbandonato in laguna nel 1738 quando, travolto dai debiti, aveva dovuto riparare a Vienna. «Nei suoi piani avrebbe dovuto essere un esilio di qualche anno - racconta ancora il maestro Allegro - ma le cose sono andate diversamente, perché nella capitale austriaca Vivaldi è morto». I suoi beni, passati rapidamente nella mani del fratello e poi venduti in blocco, nel tempo sono tornati a Venezia e da lì sono stati trasferiti a Genova. Poi ancora a Torino.

Proprio dal capoluogo piemontese, in occasione della sua nomina a Grand’Ufficiale, Filippo Giordano portò con sé, per farne dono a Benito Mussolini, del prezioso violino. Da allora dello strumento si perdono le tracce per molti anni. Le successive notizie lo collocano negli Stati Uniti, prima nelle mani di Emil Herrmann, a Easton, nello Sato di New York; poi sempre in quel 1955 in quelle di Johm Burnett, in Connecticut. Passano ancora gli anni e nel 1979 rispunta a Memphis, Tennessee di proprietà di Thomas M. Roberts. In quella stessa città risiede l’attuale proprietario che è anonimo. Proprio costui, il 12 maggio di tre anni fa, ha affidato lo strumento alla casa di aste Bonhams di Londra che lo ha battuto per un valore iniziale di 150mila sterline, circa 180mila euro, forse omettendo che quello che era stato presentato come il «violino di Mussolini» era appartenuto ad Antonio Vivaldi. Sempre la casa di aste londinese ha riproposto la vendita il 29 ottobre di quello stesso anno, con lo stesso esito. Ora il violino è tornato nelle mani del proprietario ma forse non ci resterà a lungo: il Comune di Venezia avrebbe manifestato interesse per l’acquisto. Il prezzo, però, a questo punto sarà almeno dieci volte maggiore.