Ucciso in piazza a Voghera con un colpo di pistola, il pm: “L’ex assessore è colpevole”

Chiesta una pena di tre anni e mezzo per Massimo Adriatici accusato di eccesso colposo di legittima difesa per la morte di Youns El Bossettaoui, ferito mortalmente la sera del 20 luglio 2021, in piazza Meardi

In tribunale a Pavia l'ex assessore Massimo Adriatici e i familiari del 39enne ucciso da un colpo di pistola sparato dal politico

In tribunale a Pavia l'ex assessore Massimo Adriatici e i familiari del 39enne ucciso da un colpo di pistola sparato dal politico

Voghera, 23 ottobre 2024 –  Tre anni e sei mesi di reclusione perché colpevole del reato contestatogli di eccesso colposo di legittima difesa per la morte di Youns El Bossettaoui, ucciso da un colpo sparato dalla sua pistola la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera.

I rilievi in piazza Meardi a Voghera, dopo l'omicidio
I rilievi in piazza Meardi a Voghera, dopo l'omicidio

Il processo

È la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Roberto Valli nel processo in corso al Tribunale di Pavia contro Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla sicurezza della città oltrepadana.

La vittima, un 39enne di origini marocchine alle prese con problemi psicologici e che viveva per strada, morì per l'emorragia provocata dal proiettile. Per il pm l'imputato “ha portato la legittima difesa oltre i confini per la quale è ammessa all'ordinamento”. Nella sua requisitoria, durata quasi tre ore, Valli ha evidenziato il “gesto improvvido” di Adriatici di portare l'indice della mano destra sul grilletto della pistola.

Una manifestazione per la vittima e, a destra, Adriatici
Una manifestazione per la vittima e, a destra, Adriatici

In pratica, secondo il pubblico ministero, l'ex assessore avrebbe avuto il diritto di difendersi dall'aggressione di Youns, ma non sparando: “Poteva difendersi con la mano sinistra, visto che gli era caduto il telefonino, chiedere aiuto ai passanti, sparare un colpo in aria a scopo intimidatorio, alla peggio inserire la sicura e usare l'arma come un oggetto contundente - ha sottolineato il pm -. Ma non è vero che aveva come unica scelta quella di sparare. Youns era a mani nude, e Adriatici rischiava non più di un livido, un occhio nero o il naso rotto. Adriatici ha agito in uno stato di turbamento che non gli ha fatto percepire l'entità del pericolo, ma poteva difendersi in modo meno cruento e spropositato".