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Massimo Adriatici verso il processo per omicidio volontario. Sparò e uccise un uomo in piazza a Voghera

La Procura di Pavia ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex assessore leghista alla Sicurezza, accusato di aver sparato a Younes El Boussettaoui, 39enne marocchino, uccidendolo, la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi

Massimo Adriatici (al centro) con i suoi avvocati difensori Luca Gastini e Gabriele Pipicelli

Massimo Adriatici (al centro) con i suoi avvocati difensori Luca Gastini e Gabriele Pipicelli

Voghera (Pavia) – Per Massimo Adriatici si avvicina un nuovo processo, questa volta per omicidio volontario. La Procura di Pavia, infatti, ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Cinquant’anni, ex assessore leghista di Voghera, è accusato di aver sparato a Younes El Boussettaoui, 39enne marocchino, uccidendolo, la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera.

Il capo d’imputazione cambiato

A dare notizia del rinvio a giudizio è il quotidiano locale “La Provincia Pavese”. La decisione verrà presa dal giudice Luigi Riganti nell'udienza preliminare fissata per il prossimo 11 settembre. Si tratta di una svolta, iniziata per la verità lo scorso novembre. Nel procedimento che si aprirà a settembre, infatti, viene contestata una nuova accusa ad Adriatici, dopo che lo scorso 6 novembre la giudice Valentina Nevoso aveva chiesto alla Procura di modificare il capo di imputazione che nel primo processo era eccesso colposo di legittima difesa. I difensori di Adriatici potrebbero chiedere che il loro assistito venga giudicato con rito abbreviato, che consente lo sconto in caso di condanna (14 anni invece di 21). I familiari della vittima hanno già annunciato di essere pronti a costituirsi parte civile anche nel nuovo processo. Sono convinti che l’omicidio di El Boussettaoui si sia verificato nell’ambito di “una ronda armata finita male”. Marco Romagnoli e Debora Piazza, gli avvocati che assistono la famiglia della vittima lo ripetono dalla prima ora: si è trattato di omicidio volontario”. 

L’ipotesi di un servizio di ronda armata

Adriatici è indagato per omicidio con l’aggravante dell’abuso di potere o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione. Il capo d’imputazione nei suoi confronti, come detto, è stato formulato in seguito all’ordinanza della giudice Valentina Nevoso, letta lo scorso 6 novembre a conclusione del processo di primo grado che vedeva Adriatici alla sbarra con l’accusa, allora, di eccesso colposo di legittima difesa. La giudice aveva ritenuto che il fatto accaduto fosse diverso da come descritto. Così, gli atti erano stati rimessi alla Procura di Pavia per la formulazione di un nuovo capo d’accusa per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

Secondo il nuovo capo d’imputazione, Adriatici avrebbe violato i doveri previsti dal suo ruolo di assessore, cui spettava l’attuazione degli indirizzi del Consiglio comunale in materia di sicurezza, avendo svolto quello che viene definito dagli inquirenti un vero e proprio servizio di ronda, armato della sua pistola regolarmente detenuta, pedinando El Boussettaoui, che era già stato segnalato molte volte in ambito cittadino.

Secondo la ricostruzione, in prossimità di piazza Meardi c’era stato un diverbio tra i due. Adriatici aveva quindi mostrato la pistola a El Boussettaoui, il quale l’aveva poi colpito con una manata. Adriatici per il colpo era caduto a terra perdendo gli occhiali e riportando contusioni: a quel punto aveva sparato a distanza ravvicinata ferendo El Boussettaoui al torace, un trauma che ne avrebbe poi causato la morte per shock emorragico. Gli inquirenti contestano inoltre che il proiettile usato era a punta cava, una tipologia utilizzabile in poligono ma non per difesa personale.