
Il pronto soccorso dove lavora l'uomo
Voghera, 11 giugno 2015 - Un infermiere del pronto soccorso di Voghera è stato ricoverato in ospedale per una sospetta intossicazione da botulino. Questa prima ipotesi è stata formulata sulla base dei sintomi e su un dettaglio che il paziente avrebbe fornito ai soccorritori: l’aver mangiato una conserva casalinga. Sono tuttavia ancora in corso gli accertamenti degli esperti dell’Istituto superiore di Sanità di Roma, per verificare se ad affliggere l’infermiere sia oppure no il micidiale batterio Clostridium botulinum, portatore di una delle tossine più velenose in assoluto per il corpo umano. Nel caso l’esito fosse positivo, si procederà a individuare a quale ceppo appartiene l’infezione in questo caso.
Al momento quindi, la causa delle condizioni dell’infermiere non è ancora certa. I fastidi fisici sono incominciati la settimana scorsa. Il paziente, un 46enne di origine pugliese, laureato in infermieristica e da qualche anno in forze al pronto soccorso cittadino, ha chiesto aiuto venerdì, perché avvertiva un malessere intenso, tale da spingerlo a rivolgersi all’ospedale. Durante la visita, avrebbe riferito ai medici di aver mangiato una conserva fatta in casa, in particolare un vasetto di marmellata. Il cibo consumato potrebbe avere un legame con i problemi avuti in seguito dall’uomo, ma la circostanza è da verificare.
Il botulismo è solitamente provocato proprio dalla consumazione di alimenti contaminati dal batterio. Subito sono scattati i soccorsi. Il paziente avvertiva difficoltà respiratorie e dolori addominali, è stato sottoposto alle prime cure. Ma le sue condizioni si sono aggravate di ora in ora, ieri pomeriggio era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Voghera, intubato. Tra lunedì e martedì, nella notte, un volo militare da Roma ha portato a Genova farmaci per sottoporre l’infermiere a una terapia specifica, le sostanze poi sono state trasportate a Voghera dalla Croce rossa. Inoltre, un mezzo della Croce rossa di Voghera ha invece trasferito nella Capitale campioni di tessuto del paziente, affinché vengano analizzati e si accerti con sicurezza la causa del problema.