Voghera (Pavia) - A un anno dalla morte di Youns El Boussettaoui, 39 anni, ucciso dall’ex assessore comunale leghista alla Sicurezza Massimo Adriatici con un colpo di pistola in piazza Meardi il 20 luglio 2021, le indagini proseguono. È prevista per settembre infatti la scadenza della proroga per proseguire le indagini concessa alla Procura dal gip a febbraio 2022. Fino a ieri, non era stato notificato alcun avviso di conclusione indagini. Adriatici è indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Intanto è già fissato un appuntamento giudiziario per settembre, quando in udienza il gip stabilirà la possibilità o meno di condivisione con i legali della famiglia della vittima di una copia forense del cellulare di Adriatici.
Inizialmente il gip non aveva accolto la richiesta di opposizione dei legali dei familiari al diniego di condivisione da parte della Procura, i legali avevano quindi impugnato la decisione in Cassazione che aveva rimandato a un nuovo giudizio. In quest’anno, "noi non ci siamo mai fermati. Un intenso lavoro per raccogliere più elementi per arrivare ad accertare la verità", spiega l’avvocato Marco Romagnoli che assiste i parenti di El Boussettaoui. Adriatici, assistito dai difensori Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, è in stato di libertà ed esercita la professione di avvocato. Una volta chiuse le indagini, la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione, la famiglia di El Boussettaoui sostiene da sempre che l’accusa debba essere modificata: "Per noi si tratta di omicidio, nessun elemento può scemare la realtà dei fatti", commenta il legale Romagnoli.
E mentre a Palazzo di giustizia si lavora, in città a Voghera il dibattito sociale e politico è centrale. Domani rappresentanti del Pd depositeranno un fiore sul luogo dell’accaduto: "Non vogliamo dimenticare – scrive la sezione locale del partito – In una città normale si sarebbe organizzata una manifestazione pacifica, un momento di preghiera o di aggregazione. Ma la sindaca (Paola Garlaschelli, ndr ) ha chiesto responsabilità all’opposizione, che spesso secondo lei ha cavalcato tensioni e polemiche. E noi accogliamo la richiesta, ma respingiamo con forza tali insinuazioni perché abbiamo sempre agito ed espresso le nostre idee democraticamente e nelle sedi opportune. Invece vorremmo avere risposte. Un anno fa, quando le fu chiesto di intervenire dal momento che era coinvolto un assessore, ci è stato risposto che era un fatto privato. Invece la scorsa settimana la sparatoria di piazza Duomo, che sembrerebbe scaturita da dinamiche personali, è diventata curiosamente un fatto politico".