Cecima (Pavia), 2 gennaio 2024 – Anna ha sogni grandi. Dice che sognare in piccolo non ha senso, "tanto vale esagerare. Poi a ridimensionare c’è sempre tempo", sorride mentre tira la sfoglia dei cappellacci con ripieno d’anatra. Tra i suoi grandi desideri c’era quello di aprire un ristorante nell’Oltrepò pavese. Poi, vincere ‘4 Ristoranti’, la trasmissione condotta dallo chef Alessandro Borghese che premia i migliori locali. Infine, "avere Lady Gaga seduta ai nostri tavoli, che si gusta un bel piatto e assaggia il tiramisù preparato con la mia ricetta segreta", racconta Anna Capodaglio.
Due di questi sogni li ha realizzati.
"Proprio così: per anni ho svolto diverse attività, ho fatto un po’ di tutto. Prima di passare ai fornelli, ero impiegata in un’azienda di assorbenti e salviette a Buccinasco, nel Milanese. Ma nessun lavoro mi ha fatto sentire veramente soddisfatta e realizzata. Sei anni fa, con mio marito Luca, abbiamo aperto il ristorante Ca’ del Monte, a Cecima, sulle dolci colline dell’Oltrepò, a 700 metri di quota tra la valle Staffora e la val Curone. E il primo sogno si è così realizzato".
Poi ha vinto come miglior ristorante dell’Oltrepò nella trasmissione di Borghese.
"Una bellissima emozione. Come ha sottolineato lo chef, la mia è una cucina semplice e attenta alla qualità, dai sapori decisi. Penso di aver lasciato il segno con la mia cucina sottovuoto che rende le pietanze tenere e ne conserva il sapore. I clienti vanno pazzi per le costine e il ragù d’anatra, anche quello cotto sottovuoto. Ora siamo in pausa, riapriremo il primo weekend di febbraio con il menu vincitore della puntata".
Cosa l’ha spinta ad aprire un ristorante?
"La mia non è una passione ma una mania. Sono nata ad Alessandria, come mia madre. Papà era napoletano e tutti in famiglia cucinavano, con tante contaminazioni. A 22 anni mi sono sposata con Luca e abbiamo sempre condiviso il desiderio di ristrutturare un cascinale e farne un resort con cucina. Ce l’abbiamo fatta dopo 30 anni. E lo abbiamo deciso in volo".
In volo?
"Sì, eravamo sul parapendio e dall’alto, sorvolando le colline, abbiamo visto questa struttura. Non c’è stato neanche bisogno di parlare, ci siamo guardati come a dire: è lei. Abbiamo mollato tutto, lui faceva il commerciale, e ci siamo lanciati in questa avventura, trasferendoci da Milano alle colline pavesi. Certo, non è stato tutto semplice ma penso che dalle difficoltà possa nascere un’opportunità e abbiamo affrontato in questo modo anche i periodi peggiori".
Immagino si riferisca a quello dell’emergenza Covid.
"Esatto. C’erano due strade: o buttarci giù, o rimboccarci le maniche e fare qualcosa. In quei mesi abbiamo piantato 4mila piante di lavanda e costruito la piscina. Ne ho approfittato poi per studiare, aggiornarmi. In cucina non si smette mai di imparare ed è questo che è difficile da far capire ai giovani. I ragazzi ora pensano a diventare chef famosi, fare visualizzazioni sui social. Non capiscono che fare un bel piatto e vedere contento chi lo mangia è una soddisfazione più grande della celebrità non genuina".
La vittoria a “4 Ristoranti” a chi la dedica?
"A mia mamma che non c’è più. Fin da quando ero bambina mi ha spinto a osare, a sperimentare in cucina, anche sbagliando. Mi ha insegnato che un errore può portare a un piatto meraviglioso. Per fare un pandoro ci ho provato 14 volte. Alla quindicesima è venuto, perché non mi sono arresa. Penso che mia mamma sarebbe fiera di me e dei sogni che ho realizzato".
Manca solo Lady Gaga...
"Arriverà, ne sono certa. Sono sempre positiva, ho l’amore per la cucina che mi guida, una squadra forte e un marito che cammina al mio fianco. E c’è anche il cornetto rosso appeso in cucina: mi sa proprio che porta fortuna".