Casteggio – Il "lievito virtuoso” di AB Mauri si candida a essere da esempio nell’universo dell’economia circolare. Arriva dall’Oltrepò una case history che dimostra, ancora una volta, la vitalità del tessuto produttivo lombardo.
La filiera produttiva dell’azienda si basa su un modello pensato per ridurre i consumi da un lato, riciclare e riutilizzare i residui dall’altro. Tre esempi raccontano in concreto lo sforzo profuso dall’azienda in tale ambito, che da sempre è stato accompagnato dallo studio e dall’applicazione delle più avanzate tecnologie, perché recuperare risorse da ciò che potrebbe sembrare uno scarto richiede spesso l’impiego di impianti e sistemi allo stato dell’arte.
Lievito per animali
Nello stabilimento di Casteggio è stato sistematizzato, per esempio, il recupero al 100% degli scarti e degli sfridi di produzione da cui si ottiene lievito inattivato con elevate proprietà nutrizionali, destinato all’alimentazione animale. Gli sfridi di lievito compresso che risultano dalle linee di confezionamento dedicate alla produzione di lievito in cubetti, blocchi e crema, non vengono scartati ma, riconoscendone un elevato valore nutrizionale, nel nostro stabilimento vengono trasformati in lievito secco inattivo grazie ai due impianti di produzione nei quali il lievito viene ‘sprayzzato’ in un flusso di aria ad alta temperatura, essiccato e convertito in un prodotto molto utile per l’alimentazione animale.
Produzione di biogas
Rilevante anche la sinergia tra risorsa idrica e generazione di energia “verde”: il sito di Casteggio è infatti dotato di un impianto per la produzione di biogas in arrivo dalle matrici organiche di derivazione alimentari contenute nelle acque di processo dello stabilimento, prima che queste siano passate alla depurazione finale.
Il biogas così ottenuto è impiegato direttamente in stabilimento in una unità di cogenerazione dedicata alla produzione di energia elettrica e calore a zero emissioni nette di CO2, contribuendo a coprire il fabbisogno energetico dello stabilimento e riducendo le emissioni di CO2 fino a 2’000 tonnellate annue.
Riutilizzo dei residui
Infine, l’estrazione e la conversione in co-prodotti utili di tutte le sostanze residue presenti nelle acque di coltura del lievito rappresenta uno degli esempi più significativi di economia circolare, possibile anche grazie a un lavoro sinergico instaurato ormai da anni con fornitori e clienti. L’acqua che rimane al termine del processo di crescita del lievito, chiamata borlanda, contiene una grande quantità di elementi organici e sali minerali che AB Mauri si impegna a recuperare completamente, attraverso i suoi impianti di concentrazione e separazione, per ottenere fertilizzanti naturali e mangimi per la nutrizione animale, chiudendo così il circolo virtuoso.
I commenti dei vertici
“Il nostro è un vero esempio di economia circolare basato su un approccio sistemico e integrato alla produzione – commenta Marco Devenuto, EMEA Managing Director di AB Mauri – Da questo punto di vista l’Italia rappresenta un esempio per tutto il gruppo AB Mauri, avendo creato un modello nel quale non esistono scarti ma solo materie prime seconde per generare altri prodotti utili”.