MANUELA MARZIANI
Economia

Microchip, Lombardia al comando. Merito delle partnership aziende-università

Il 43% della produzione italiana nasce qui: lo studio di Assolombarda con l’Università di Pavia

Giuseppe Notarnicola vicepresidente Assolombarda (a sinistra) con Francesco Svelto, rettore dell’Università di Pavia

Giuseppe Notarnicola vicepresidente Assolombarda (a sinistra) con Francesco Svelto, rettore dell’Università di Pavia

Pavia, 4 luglio 2024 – Il 43% del totale italiano in termini di schede e componenti elettroniche è made in Lombardia e viene esportato. Lo evidenzia la ricerca "La filiera della microelettronica in Lombardia" promossa dal Centro studi di Assolombarda, che è stata presentata ieri all’Università di Pavia nel corso dello Steering committee multinazionali estere, dal gruppo di lavoro coordinato dal vicepresidente Giuseppe Notarnicola. Sono 622 le imprese più rilevanti della microelettronica lombarda: si tratta di 146 imprese "core" (si occupano della ricerca e sviluppo o della produzione di semiconduttori), di 426 aziende ‘upstream’ (fornitori e sviluppatori di tecnologie abilitanti per le imprese core) e di 50 attori ‘downstream’ (pmi e startup innovative, spesso guidate da giovani, che sviluppano e utilizzano chip destinati a uno specifico prodotto che posizionano sul mercato).

Distretto modello

La forte concentrazione di imprese all’interno dei confini regionali ha dato vita, in questi anni, a un vero e proprio "modello lombardo", caratterizzato da una pluralità di specializzazioni capaci di soddisfare le esigenze delle filiere locali e internazionali. Per dimensione, la filiera microelettronica della regione, infatti, è altamente diversificata, con una concentrazione nelle province di Milano (61,9% delle imprese presenti in Lombardia), Monza e Brianza (12,7%), Brescia (5,9%), Bergamo (5,4%) e Pavia (5,1%).

Uno dei tratti distintivi della filiera è rappresentato dall’elevato tasso di ricerca, sviluppo e innovazione: tra le imprese ‘core’ e ‘downstream’, ben il 72% svolge attività di ricerca e sviluppo. Ma non solo, grazie alla collaborazione con gli atenei, la rete attivata dalle imprese risulta ampia e internazionale, interessando oltre 80 università e centri di ricerca in Italia e all’estero. Nel complesso, il 28,7% delle sinergie attivate sono promosse in collaborazione con università e centri di ricerca della Lombardia e addirittura il 57% con riferimento alle borse di dottorato.

Dialogo da coltivare

"L’obiettivo dell’incontro dello Steering committee è quello di enfatizzare l’importanza del dialogo tra imprese e mondo della ricerca e della formazione, soprattutto in un’ottica di promozione delle filiere industriali – ha detto il vicepresidente con delega a Centro studi e attrazione investimenti esteri di Assolombarda, Giuseppe Notarnicola –. In questo ambito, Assolombarda e UniPv hanno già dato vita a diverse progettualità comuni che, di fatto, hanno dato vita a un’alleanza ad ampio raggio tra università, istituzioni e imprese con l’obiettivo di stimolare investimenti, innovazione e sviluppo di competenze nell’ambito di una filiera strategica per i mercati globali".

A Pavia, il distretto della microelettronica, conta 20 società ed è sede del "Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore". "Lo Steering committee – ha aggiunto il rettore Francesco Svelto – è in stretta consonanza con quanto l’Università di Pavia sta facendo per essere un reale snodo tra le giovani generazioni e il mondo del lavoro. Promuoviamo progettualità insieme alle imprese in tutte e tre le missioni dell’Ateneo. Nella formazione, attraverso il progetto ‘laurea magistrale plus’, che consente agli studenti di trascorrere due semestri su cinque in azienda, venendo anche remunerati. Nella ricerca e anche attraverso il ‘Parco Cardano’. Infine, Pavia è stata scelta come sede della Fondazione nazionale per il design dei microchip".