Un passato glorioso che aveva portato Pavia ad essere la seconda città più industrializzata della Lombardia e un futuro che si sta costruendo poggiando sulle fondamenta gettate in questi anni. È in questo quadro che Pavia è stata eletta capitale della cultura d’impresa 2023, premio attribuito ogni anno da Confindustria alla città che si distingue per la condivisione dei valori della cultura d’impresa e che alle 10 di oggi vedrà nell’aula magna dell’Università il momento inaugurale. "Per l’attribuzione - ricorda il sindaco Fabrizio Fracassi - Pavia aveva in Bari il principale concorrente e il sindaco di Bari è anche il presidente di Anci. Abbiamo vinto lo scontro grazie a un lavoro di squadra portato avanti dalle imprese, insieme all’università, allo Iuss, alle amministrazioni pubbliche, ai tre Irccs e al Cnao".
Sindaco, a Pavia non ci sono grandi aziende, come farà a crescere?
"Molte imprese hanno già scelto Pavia come sede della propria attività e altre del settore della microelettronica lo faranno. Con il rettore Francesco Svelto abbiamo deciso di far rinascere Pavia puntando su tre capisaldi: l’Università più antica della Lombardia, i tre Irccs (San Matteo, Mondino, Maugeri, ndr ) e Cnao che rappresentano un unicum e infine anche l’agricoltura. E potremmo metterci anche la cultura perché Pavia è molto bella e ha ospitato molti personaggi illustri".
Economicamente le risorse della città come potranno essere sfruttate?
"Non potendo più avere aziende come Magneti Marelli, Necchi o Neca, dovremo puntare sull’alta tecnologia. Il parco Cardano che nascerà si occuperà di innovazione sostenibile nelle aree dell’ambiente e della salute. Alcune imprese sono già presenti e altre si affacceranno. Con i suoi nuovi corsi lo Iuss preparerà le figure destinate a lavorare su questi temi".
Le grandi aziende del passato hanno lasciato un milione di metri quadri di aree dismesse...
"Che stiamo piano piano recuperando e il progetto di rigenerazione urbana ex Necchi è stato ritenuto il miglior progetto nazionale. I premi non si vincono per caso, c’è un grande lavoro dietro. E questi interventi rappresentano un volano per l’economia. Una volta completati si creeranno residenze per studenti e anche per i giovani che vivono a Milano sarà più agevole venire a studiare a Pavia che frequentare facoltà ora a Nord della metropoli. Tanto più che è previsto il raddoppio dei binari della linea ferroviaria Milano-Genova e in 20 minuti si potrà raggiungere il capoluogo lombardo. Sarà come avere una metropolitana".
Per l’agricoltura che soffre a causa della siccità cosa si sta facendo?
"Non possiamo far piovere, però la rete di Pavia ha meno perdite del resto d’Italia. Adesso alcune risaie si stanno allagando perché le temperature sono più basse e si consuma meno acqua. Ma non si potrà coltivare una varietà di riso diversa, il nostro è di qualità eccellente. Ne coltiveremo meno, ma sempre di ottima qualità perché è quello che vogliono i consumatori".
Da quando Pavia era la seconda città più industrializzata della Lombardia, a oggi che cosa è cambiato?
"Molto. In alcuni settori stiamo diventando i primi. Se San Francisco ha la Silicon Valley, noi abbiamo la Ticinum Valley. I risultati forse ancora non si vedono, ma stiamo lavorando per il futuro dei giovani perché possano venire a studiare a Pavia fermandosi poi a lavorare".