PIERANGELA RAVIZZA
Economia

Terre d’Oltrepò, nasce una SpA nel colosso della viticoltura lombarda

La storica cooperativa pavese controllerà la nuova società per azioni

Terre d'Oltrepo: una svolta organizzativa nelle cantine pavesi

Terre d'Oltrepo: una svolta organizzativa nelle cantine pavesi

Broni (Pavia) – Svolta epocale per Terre d’Oltrepò, il colosso della viticoltura lombarda (27,3 milioni di euro di fatturato nell’ultimo esercizio): dal 19 novembre prossimo, infatti, costituirà una SpA, società per azioni. Non una trasformazione, come precisato in una nota diramata ieri da Terre d’Oltrepò dopo una presa di posizione di Confcooperative Milano Navigli: “Il progetto in corso non prevede una trasformazione di Terre d’Oltrepò in SpA, bensì un’evoluzione in cooperativa gerarchica-  si legge nella nota - all’interno della quale opererà una SpA interamente controllata dalla cooperativa stessa. Tale modello è stato scelto per consentire alla cooperativa di accedere a finanza fresca e attirare partner che condividano e supportino i nostri progetti di filiera, in linea con l’obiettivo di ristrutturare e rafforzare l’azienda. La riorganizzazione mira a garantire stabilità e sostenibilità economica, tutelando al contempo gli interessi dei nostri soci”.

Un modello organizzativo che è già presente nel comparto agroalimentare italiano. Confcooperative è socio sovventore di Terre d’Oltrepò ed ha diritto ad un posto nel CdA e uno nel collegio sindacale. Dopo le prime notizie sul piano di Terre d’Oltrepò, Confcooperative aveva esternato alcune perplessità: "C’è forte preoccupazione per le recenti decisioni – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Miano-Navigli, Giovanni Carrara - che coinvolgono la cooperativa Terre d’Oltrepò. La cooperazione deve agire come strumento a sostegno dei viticoltori, delle loro imprese e del loro reddito. Oggi, alla luce dei fatti, non sappiamo se accadrà. Riteniamo che il piano di costituire una Spa, seppur controllata dalla cooperativa, debba essere portato avanti nel pieno consenso e consapevolezza della base sociale. Il tema sta nel proteggere il valore dell’impresa cooperativa e il lavoro dei viticoltori dell’Oltrepò Pavese".

Secondo Confcooperative “i soci devono poter comprendere a fondo gli obiettivi della nuova Spa, gli asset trasferiti e il loro valore, certificato da una perizia giurata ascrivibile, sia civilmente che idealmente, alla proprietà di tutti i soci. Oltre agli aspetti burocratici e amministrativi, vi è una dimensione strategica e di governance cruciale per la filiera vitivinicola lombarda, che Confcooperative ha finora tutelato con la sua rigorosa attività di rappresentanza, vigilanza e controllo”.

Insomma dibattito aperto su una questione di rilevanza strategica per una realtà cooperativa che coinvolge oltre 500 soci che hanno conferito (dato di bilancio al 30/6/2024) 309mila quintali di uve per la trasformazione in vino e spumanti e che vanta brands blasonati a livello nazionale ed internazionale.

"C’è molto da chiarire e capire – sottolinea, ad esempio, uno dei soci storici di Terre d’Oltrepò ed ex presidente, Enrico Bardone – tutti gli asset industriali e i dipendenti (67) finirebbero confluiti in questa nuova società. E’ comprensibile che l’obiettivo possa essere quello di attirare nuovi investitori, ma si apre un capitolo del tutto nuovo e da esplorare".