Vigevano – Se n’era parlato la primavera di un anno fa, ma sono dovuti trascorrere molti mesi prima che dalle parole si passasse ai fatti. Il calzaturificio Moreschi, uno dei brand più prestigiosi della calzatura italiana del mondo, uno dei pochi rimasti in quella Vigevano che negli anni Sessanta era stata definita a pieno titolo la Capitale italiana della calzatura, ha avviato la procedura che porterà al licenziamento di 35 dipendenti. Nessun colpo di scena insomma, visto che la decisione dei vertici aziendali era nell’aria da tempo e la nuova proprietà, che non fa più riferimento alla famiglia Moreschi, aveva annunciato l’intenzione di dismettere l’attività del reparto orlatura e pelletteria perché ormai queste lavorazioni vengono effettuata quasi interamente all’esterno.
Nessuna marcia indietro
Per arrivare a questo epilogo, era stato trovato a suo tempo un accordo grazie al quale i lavoratori avevano potuto beneficiare della cassa integrazione finalizzata alla formazione e alla ricollocazione, operazione che è andata a buon fine per 15 dei 50 lavoratori inizialmente dichiarati in esubero.
Concluso il periodo degli ammortizzatori sociali e in considerazione del mercato nel periodo di post-pandemia, della crisi energetica e anche dall’instabilità generale creata dal conflitto tra Russia ed Ucraina, l’azienda ha confermato l’intenzione di chiudere i rapporti di lavoro con i 35 dipendenti in esubero che sono rimasti.
L’estremo tentativo
“Lunedì abbiamo un incontro fissato con l’azienda – spiega Michele Fucci, segretario provinciale Filctem Cgil – e proveremo a capire se è possibile evitare i licenziamenti oppure ridurne il numero. Davanti a una cessazione di attività e dopo aver fatto ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali, non possiamo nascondere che ci troviamo davanti a una situazione particolarmente complessa".
La storia dell’azienda
La Moreschi è nata nel 1946 come laboratorio artigianale e nel corso degli anni è cresciuta sino a inaugurare nel 1990 il nuovo polo produttivo di oltre 70mila metri quadri alla periferia della città. Il marchio è stato acquisito nel gennaio dello scorso anno dalla Huerleys Sa, una holding con sede in Svizzera.