STEFANO ZANETTE
Pavia

Vendemmia in Oltrepò, troppa acqua dopo la siccità: “Quest’uva ci è costata cara”

Il viticoltore: “Spese raddoppiate, resa a -30%”. Coldiretti: “Ma la qualità sarà soddisfacente”. Sotto accusa il maltempo di inizio stagione: “Però senza piogge ora i filari sarebbero un ricordo”

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Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia, con Federico De Filippi, titolare dell’omonima azienda agricola che ha ospitato il via alla vendemmia in Oltrepò

Oliva Gessi (Pavia) – “Quest’anno l’uva non è bella, ma per riuscire a raccoglierla ci è costata molto cara”. Federico De Filippi, titolare dell’omonima azienda agricola che vinifica in proprio con la cantina di famiglia (alla quinta generazione) “I Gessi“, ha ospitato nei suoi vigneti a Oliva Gessi l’annuale appuntamento per l’avvio della vendemmia organizzato da Coldiretti Lombardia, scegliendo l’Oltrepò Pavese che con i suoi 12mila ettari coltivati a vigneto è la prima zona vitata della regione e la terza in Italia.

“Secondo le prime stime – spiega Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia – ci aspettiamo un calo nella quantità delle uve di circa il 30% rispetto alla media”. A livello lombardo il calo medio di resa nelle previsioni della raccolta, quando le operazioni sono appena iniziate e non ancora in tutte le zone, anche a seconda delle tipologie di uve, è “di circa il 15% rispetto alla media – il dato di Coldiretti Lombardia – con punte che vanno dal -5% al -30% a seconda delle zone”.

In provincia di Pavia il calo si attesta sulla quota più alta della media regionale, confermando il dato del -30% previsto dal Consorzio tutela vini Oltrepò pavese. Ma non è solo la quantità a gettare pesanti incognite sulla vendemmia in corso. “È stata una stagione complicata – spiega ancora Silvia Garavaglia – per l’eccesso di piogge primaverili che sono durate anche all’inizio dell’estate. Una situazione favorevole allo sviluppo di funghi parassiti delle viti, con gli agricoltori costretti a interventi straordinari, con un aggravio dei costi di produzione a carico delle azienda agricole”. “Quest’anno nei nostri vigneti – conferma De Filippi – abbiamo contato 16 trattamenti, contro gli 8 o 9 al massimo previsti in situazioni standard: quasi il doppio. Con i costi di produzione che sono di conseguenza lievitati, praticamente raddoppiati”.

Peronospora e Oidio sono i nomi dei nemici che con la complicità delle abbondanti piogge hanno falcidiato i vigneti. Piogge che però hanno avuto anche conseguenze positive. “Venivamo da due anni molto difficili per la siccità, soprattutto il 2022 – ricorda Federico De Filippi – e sinceramente non so se i vigneti avrebbero retto un terzo anno con poca acqua. È vero che le viti hanno radici profonde e non pescano acqua solo in superficie, ma dopo due anni di siccità lo scorso inverno eravamo preoccupati perché un terzo anno senz’acqua avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Invece abbiamo poi avuto il problema opposto, della troppa acqua, che comunque all’inizio è servita ai vigneti, anche se alla lunga ha portato al problema delle malattie”.

Nemici comunque ben conosciuti e per i quali ci sono i rimedi, anche se portano alla situazione doppiamente negativa dell’aumento dei costi e della diminuzione delle rese. Ma non per tutte le uve allo stesso modo. Quelle che si sono raccolte ieri a Oliva Gessi sono di Pinot Nero e di Chardonnay, basi per gli spumanti che hanno sofferto meno ad esempio della Croatina, l’uva della Bonarda. “Ci attendiamo comunque un’annata soddisfacente dal punto di vista della qualità – aggiunge la presidente di Coldiretti Pavia – in particolare per alcune varietà come i bianchi e le basi spumante. In ogni caso, anche per confermare le previsioni sul piano quantitativo, bisognerà aspettare l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre, quando entrerà nel vivo la raccolta dei rossi”.

“Le malattie hanno colpito soprattutto le uve a bacca rossa – conferma De Filippi – e per quelle dovremo fare ancora dei trattamenti prima della raccolta, con un aggravio ulteriore dei costi. Noi che vinifichiamo in proprio cercheremo poi di far capire ai consumatori un eventuale aumento dei prezzi in bottiglia, per vini che comunque si preannunciano di buona qualità”. “Il problema maggiore ce l’hanno invece i viticoltori che conferiscono le uve alle cantine – aggiunge ancora Silvia Garavaglia – a prezzi che non tengono conto dell’aumento dei costi di produzione e portano quindi a notevoli difficoltà nella tenuta dell’economia delle aziende prettamente agricole”.