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Politica

Autonomia, Fontana: "Esultano per nulla: la Corte dà ragione al nostro impianto"

Il presidente leghista della Regione Lombardia e il dibattito sulla legge per l’autonomia differenziata dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale mosso dai ricorsi delle Regioni contrarie

Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia

Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia

Milano, 16 novembre 2024 – "È come quando il Milan vince 3 a 1 col Real Madrid e c’è chi ripete che il Madrid ha giocato bene. Vero, ma ha perso". Attilio Fontana, presidente leghista (e milanista) della Regione Lombardia, inquadra così il dibattito sulla legge per l’autonomia differenziata dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, mosso dai ricorsi delle Regioni contrarie (e rosse): Toscana, Campania, Puglia e Sardegna. Tradotto dal gergo calcistico: il giudizio di costituzionalità della Consulta è una vittoria storica anche se i ricorrenti hanno ottenuto modifiche in più punti.

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Presidente Fontana, sono 7 i punti ritenuti incostituzionali dai giudici, per questo la sinistra parla di riforma demolita.

"A me sembra perfino superfluo discuterne: i governatori e i partiti di centrosinistra avevano chiesto che fosse dichiarata l’illegittimità costituzionale della legge. La Corte, invece, ha sancito che non è incostituzionale ma, chiaramente, bisogna apportare alcune modifiche. Ma non ne stravolgono l’impianto".

No alla delega di intere materie alle Regioni, inammissibile che sia il Governo a definire i Lep, rischio di favorire le amministrazioni inefficienti e di rompere il vincolo di solidarietà della Repubblica: rilievi non secondari, quelli della Corte.

"Quanto ai Lep, la Consulta ha affermato che devono essere approvati dal Parlamento e non dal Governo, ma questo cambia le modalità del provvedimento non l’impianto. Quanto al rischio di favorire Regioni inefficienti, credo che non ci si sia capiti. La modifica delle aliquote di compartecipazione al gettito dei tributi, utile a gestire le funzioni trasferite dallo Stato alle Regioni, è prevista solo nel caso in cui la Regione abbia saputo gestire quella funzione spendendo meno di quanto spendesse lo Stato, e allora si riduce l’aliquota, e nel caso in cui ci sia un abbassamento del gettito fiscale e allora si alza l’aliquota".

L’indebolimento del vincolo di solidarietà paventato dalla Corte Costituzionale?

"Leggeremo le motivazioni della sentenza in modo da poterne capire di più, ma in questo momento non comprendo perché debba esserci questo rischio, visto che nessuno dice che le Regioni debbano trattenere più risorse. Le risorse devono essere trasferite in base ai Lep o alla spesa storica se si tratta di materie non Lep. In alcun modo si lede il principio di solidarietà".

Teme si vada per le lunghe ora che la legge va modificata e che sui Lep c’è da restituire centralità alle Camere?

"Sulle materie non Lep non credo che cambierà nulla perché non sono sfiorate dalla sentenza. Sul fatto che debba essere il Parlamento a definire, invece, i Lep non mi strappo i capelli. Dovrebbero strapparseli quelli del centrosinistra, ossero coerenti, perché l’accordo firmato da Bonaccini con il sottosegretario Bressa tagliava completamente fuori il Parlamento, lo bypassava più brillantemente di quanto faccia la legge Calderoli".

Elly Schlein dice che dovete rileggervi la Costituzione.

"Lei invece dovrebbe leggerla almeno una volta: scoprirebbe che prevede l’autonomia".