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Politica

Attilio Fontana e la trincea dell’autonomia: "Ricorso alla Consulta. Vannacci? I valori della Lega non sono quelli del generale»

Il presidente della Lombardia difende la riforma in Corte Costituzionale dalle istanze di Puglia e Sardegna: "Partiamo dalle materie senza Lep". «Ius scholae? No, meglio abbattere i tempi per concedere la cittadinanza. Il partito di Vannacci non ci porterebbe via nulla»

Attilio Fontana governatore Lombardia

Attilio Fontana governatore Lombardia

Milano, 8 settembre 2024 – Autonomia differenziata, la Lombardia va alla guerra legale. Domani la Giunta regionale approverà la costituzione in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, per l’esattezza una "costituzione ad opponendum" finalizzata a contrastare i ricorsi contro la legge Calderoli già presentati dalle Regioni Sardegna e Puglia. Alla Lombardia si aggiungerà presto il Veneto, altra Regione a trazione leghista: una sorta di soccorso verde-padano al Governo e alla riforma.

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, perché questa decisione?

"È doveroso sostenere e difendere il nostro punto di vista e i nostri diritti. In questa vicenda noi siamo controinteressati perché abbiamo interesse che si possa procedere con l’autonomia differenziata e subiremmo un danno dall’eventuale accoglimento dei ricorsi presentati dalle Regioni Sardegna e Puglia. Si tratta di ricorsi avanzati esclusivamente per questioni politiche e strumentali: la lotta contro l’autonomia è tra le poche cose che tengono insieme il centrosinistra. Eppure è una riforma che lo stesso centrosinistra ha voluto, il primo a chiederla fu l’ex presidente Pd dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che aveva Elly Schlein come vice".

Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, ha dichiarato che i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), per come è impostata la riforma, sono "una presa in giro".

"Le dichiarazioni della Todde sono una presa in giro. Lei rappresenta una Regione che ha un’autonomia più larga di quella prevista dalla legge Calderoli. Quanto ai Lep, io ho sempre detto: bene che ci siano ma perché non iniziare a delegare alle Regioni quelle materie che non li prevedono? Un’applicazione graduale della riforma può essere utile, quindi partiamo dalle materie non Lep e poi, una volta definiti i Lep, penseremo alle altre. La posizione della Todde denota mancanza di argomenti".

Anche la Comunità Episcopale Italiana, pur aprendosi al confronto, si è espressa contro l’autonomia differenziata sostenendo che mina il principio di solidarietà tra Regioni.

"La Cei purtroppo si lascia influenzare dagli slogan delle opposizioni senza spiegare perché verrebbe meno il vincolo di solidarietà. La verità è che la solidarietà viene meno quando un governatore del Sud si rifiuta di assumersi la responsabilità di amministrare in prima persona. Grazie ai Lep, invece, ce ne sarà più di quanta ce ne sia oggi. E ricordo che il trasferimento di competenze avverrà con le stesse risorse usate attualmente. La Lombardia è la Regione che costa meno di tutte – il costo pro capite è inferiore di 1.250 euro rispetto alla media nazionale – e contribuisce per il 42% al Fondo di solidarietà nazionale".

A quando la prima svolta?

"Entro un anno per le materie che non prevedono i Lep. A inizio ottobre incontreremo il ministro Calderoli per confrontarci sulla delega delle materie".

Ius scholae, armi all’Ucraina, il caso Sangiuliano: la coalizione di Governo in estate ha avuto più di un problema di tenuta. Serve un chiarimento?

"A me sembra che si stia lavorando bene e in modo coeso. È nell’ordine delle cose che ci siano discussioni su alcuni temi ma questo non significa che il Governo stia scricchiolando".

Che pensa dello Ius scholae?

"Che non abbia fondamento perché privilegia gli studenti dimenticando i lavoratori, come se questi avessero meno diritti. E perché ci sarebbero 16enni con cittadinanza italiana mentre i loro genitori continuerebbero a non averla. Due situazioni senza senso. È molto più serio discutere del taglio dei tempi per la concessione della cittadinanza: oggi occorrono in media 4 anni, invece dovrebbero bastare pochi mesi".

Per la Lega si avvicinano i congressi: per tornare a certe percentuali di voti bisogna cambiare il leader o l’agenda?

"I congressi si faranno entro fine anno, come ha detto Matteo Salvini. Non si tratta di cambiare nulla ma di aggiustare alcune cose. Innanzitutto bisogna ribadire con forza i temi fondativi della Lega: l’autonomia, la tutela dei territori, il sostegno alle partite Iva".

La preoccupa l’eventuale partito del generale Vannacci?

"Chi si riconosce nei valori della Lega non si riconosce in quelli di Vannacci. Non credo porterebbe via nulla a noi".