Milano, 4 marzo 2018 - Oggi, domenica 4 marzo, in Lombardia si è votato per le elezioni regionali e le elezioni politche. I cittadini lombardi sono stati chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio regionale e il Presidente della Regione, designando il successore di Roberto Maroni. L’affluenza alle urne è stata del 73,8%, in linea con l’affluenza di cinque anni fa, quando andò al voto il 74,1% degli aventi diritto. Va ricordato, però, che nel 2013 i seggi restarono aperti due giorni e non uno solo come avvenuto in questa tornata elettorale. La provincia nella quale si è avuta l’affluenza più alta è stata quella di Monza-Brianza, dove è andato alle urne il 78% dell’elettorato. La provincia che ha dimostrato la maggior disaffezione alle urne è quella di Sondrio: in questo caso i votanti sono stati il 65% del totale. Lo spoglio delle schede delle Regionali inizierà soltanto lunedì, alle 14.
I primi exit poll confermano le previsioni della vigilia: Attilio Fontana sembra destinato ad ereditare da Roberto Maroni la carica di presidente della Regione Lombardia. Un passaggio di testimone da leghista a leghista che, se fosse confermato, non farebbe che allungare il dominio del centrodestra nella regione economicamente più importante del Paese, un dominio che prosegue ininterrotto dal 1995, da 23 anni. Già sindaco di Varese dal 2006 al 2016, Fontana è sostenuto, oltre che dal Carroccio, anche da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia ed Energie per l’Italia. Le preferenze riscosse da Fontana oscillerebbero tra il 37 e il 42% del totale. Giorgio Gori, il suo primo sfidante, oscilla tra il 31 e il 36%. Già direttore delle reti Mediaset e poi spin doctor del Matteo Renzi prima maniera, Gori è il candidato governatore sostenuto da Pd, Lombardia Progressista (declinazione locale del movimento di Giuliano Pisapia), Civica Popolare (il partito centrista che fa capo a Betrice Lorenzin), +Europa con Emma Bonino, Verdi e Socialisti. Dario Violi, candidato presidente del Movimento 5 Stelle fa segnare una forchetta tra il 17 e il 21%. Se questi esiti dovessero essere confermati dallo spoglio, sembra evidente che i Cinque Stelle hanno eroso consenso soprattutto al centrosinistra. Nettamente più staccato Onorio Rosati, ex segretario della Camera del Lavoro di Milano, candidatosi con Liberi e Uguali: per lui preferenze tra il 2 e il 4% del totale.
I CANDIDATI IN LOMBARDIA - Attilio Fontana, ex sindaco leghista di Varese, sostenuto da 7 liste: Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Noi con l'Italia, Energie per la Lombardia e Pensionati, e la lista civica 'Fontana presidente' (solo in 7 province su 12). In corsa, anche lui appoggiato da sette liste, il sindaco pd di Bergamo Giorgio Gori: Pd, Lista Gori, Obiettivo Lombardia per Gori, Insieme, Lombardia Progressista, +Europa e Civica Popolare. Il Movimento 5 Stelle candida il consigliere lombardo uscente Dario Violi. Liberi e Uguali l'ex segretario generale della Camera del lavoro milanese Onorio Rosati. Corre anche Massimo Gatti, ex consigliere provinciale milanese di Rifondazione comunista, per Sinistra per la Lombardia. Giulio Arrighini per Grande Nord, movimento fondato da ex leghisti. E Angela De Rosa per Casapound. (Tutti i candidati e le liste)
DICIANNOVE LISTE PER SETTE CANDIDATI - Diciannove le liste a sostegno dei candidati alla presidenza: sull'appoggio di sette liste possono contare sia Fontana che Gori, mentre gli altri cinque candidati sono sostenuti da una sola lista. Fontana è appoggiato dal suo partito, la Lega, oltre che da Forza Italia, Fratelli d'Italia, i centristi di 'Noi con la Lombardia', 'Energie per la Lombardia' di Stefano Parisi, Pensionati, e la lista civica 'Fontana presidente' (presente solo in sette province su 12). Gori è appoggiato da Pd, lista 'Gori presidente', 'Obiettivo Lombardia per le autonomie', gli 'ulivisti' di 'Insieme', 'Lombardia progressista' (lista vicino a Giuliano Pisapia), 'Piu' Europa con Emma Bonino' (presente tutte le province tranne Mantova e Lodi) e 'Civica popolare', fondata da Beatrice Lorenzin.
L'affluenza provincia per provincia:
PREMIO MAGGIORANZA - La legge elettorale lombarda è formulata secondo un sistema proporzionale con premio di maggioranza. E' proclamato eletto presidente della Regione il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi. Diversamente dall'elezione dei sindaci, non è previsto un secondo turno con ballottaggio.
LO SPOGLIO - Per conoscere il governatore bisognerà aspettare lunedì: lo scrutinio delle schede regionali comincerà il 5 marzo alle 14.