REDAZIONE POLITICA

Basta veleni su Expo

Expo 2015 è stato un successo per Milano e per l’Italia e i meriti vanno equamente divisi tra l’amministrazione uscente e quella precedente e tra governi di centrodestra e centrosinistra di RUBEN RAZZANTE

Milano, 11 aprile 2016 - Due settimane fa in Consiglio comunale è stata istituita la Commissione d’inchiesta su Expo 2015, chiesta dalle opposizioni per far luce sui conti della manifestazione. Tutto ciò che va nel segno della trasparenza e della condivisione con i cittadini di scelte operate dalle istituzioni va salutato con approvazione, a patto che non mostri, però, un volto palesemente strumentale. Ci auguriamo che in tempi celeri si possa fare luce sulla correttezza della gestione delle casse di quella kermesse, ma intanto un auspicio va formulato e cioè che quell’organismo non diventi l’ennesima occasione per un regolamento di conti tra partiti e per spargere veleno sulla campagna elettorale. Il che avrebbe riflessi peraltro negativi sull’immagine italiana all’estero.  Expo 2015 è stato un successo per Milano e per l’Italia e i meriti vanno equamente divisi tra l’amministrazione uscente e quella precedente e tra governi di centrodestra e centrosinistra. È stato un lavoro di squadra nell’interesse del Paese e l’amministratore delegato di Expo Spa, Giuseppe Sala, ha dovuto gestire una fase delicata della manifestazione che - lo ricordiamo a beneficio di chi avesse la memoria corta - ha rischiato quasi di essere annullata a seguito delle scottanti inchieste del 2014. Nei conti di Expo alcune voci come le sponsorizzazioni sono andate a gonfie vele; per converso, i biglietti negli ultimi due mesi sono stati spesso svenduti; alcune istituzioni come la Provincia di Milano e la Camera di Commercio hanno contribuito finanziariamente meno di quanto avrebbero dovuto e il governo ha lesinato finanziamenti.  Detto questo, ove fossero state commesse irregolarità, sarebbe giusto smascherarle e raccontarle ai milanesi. Senza, però, personalizzare le critiche nei confronti del candidato sindaco Sala, che non era certo «un uomo solo al comando» ma condivideva le sue scelte con gli organi statutari. Bene ha fatto il rivale di centrodestra, Stefano Parisi, ad assicurare che non ci saranno strumentalizzazioni della vicenda. Ottimo esempio, quello del governatore Roberto Maroni che, in una recente manifestazione alla Triennale, ha riconosciuto i meriti di Sala e di tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento, Letizia Moratti compresa. La campagna elettorale dovrà giocarsi sul terreno della sana e leale competizione, senza danneggiare le istituzioni. Vinca il migliore, ma senza colpi bassi.