
La protesta degli studenti dello scorso 4 luglio davanti al Pirellone contro la rimozione delle carriere alias
“Il mio è un avviso inviato con atteggiamento fraterno ai dirigenti scolastici della Lombardia perché sappiano che stanno compiendo un atto illegale e, di conseguenza, si fermino”. Con queste parole Pietro Macconi, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, motiva e rivendica la mail appena inviata ai presidi, ai docenti e ai Consigli di istituto di duemila scuole lombarde per chiedere di porre fine o di non procedere alla registrazione delle carriere alias nei loro istituti, di non consentire agli studenti di registrarsi con un nome diverso da quello di battesimo nel caso in cui il nome di battesimo non rispecchi il genere al quale sentono di appartenere.
Il consigliere: “Ideologia innaturale”
Secondo Macconi, come si legge nella mail, “la diffusione delle carriere alias nelle scuole desta giusta preoccupazione nelle famiglie” e “attesta l'innaturale ideologia volta alla fluidità di genere”. Inoltre non sarebbe giustificata “né da alcuna legge dello Stato né dalle norme relative all'autonomia scolastica, che riguardano ben altro e hanno ben altro fondamento”. Conclusione: “Il tuo nome è quello registrato all'anagrafe, non serve altro” sentenzia Macconi.
La richiesta al Ministero: vietare la registrazione
Una mail alla quale Macconi ha allegato la lettera con la quale chiede al Ministero dell'Istruzione un pronto intervento per vietare le carriere alias. Non bastasse, martedì 12 settembre, in occasione della prima seduta del Consiglio regionale dopo la pausa estiva, Fratelli d'Italia presenterà in Aula una mozione per “chiedere all'Ufficio Scolastico Regionale di effettuare una ricognizione di quanti istituti scolastici secondari di primo e secondo grado abbiano adottato il regolamento della cosiddetta carriera alias” e di “informare il Governo degli esiti di questa ricognizione”.
La replica del centrosinistra
Una presa di posizione della destra lombarda che ha “profondamente indignato” il capogruppo del Partito democratico Pierfrancesco Majorino e la consigliera regionale Paola Bocci. "Sapere che un consigliere di Fratelli d’Italia, peraltro senza nessun incarico specifico, si senta autorizzato a scrivere alle scuole, ai dirigenti scolastici e ai docenti per presentare l’atto e spiegare che vi si auspica un ripensamento del ministero, ci indigna ancora di più”, hanno aggiunto riferendosi all'iniziativa del consigliere Macconi.
"Ribadiamo che noi la pensiamo esattamente al contrario: la scuola deve diventare un luogo di accoglienza e di rispetto dei diritti, dove ogni persona si possa sentire riconosciuta, tutelata e libera di essere ciò che è. Per questo annunciamo fin da ora che daremo battaglia in Aula contro ogni forma di discriminazione che la destra metterà in atto”, hanno concluso Majorino e Bocci.
Le accuse di transfobia
Ce n'è abbastanza per accendere la polemica. "Ritengo gravissimo che un consigliere regionale scriva alle scuole dal proprio account istituzionale inviando una mail transfobica proprio come la mozione che intendono discutere in Consiglio regionale. Una mail che mina l'autonomia riconosciuta dalla legge alle scuole e che ha toni implicitamente minacciosi perché lascia intendere che saranno redatte liste di proscrizione dei dirigenti scolastici e degli istituti che decideranno di andare avanti sulla via delle carriere alias – dichiara Luca Paladini, consigliere regionale del Patto Civico e portavoce dei 'I Sentinelli', associazione che si batte per i diritti delle persone Lgbt –. Quanto alla mozione, in Aula daremo battaglia per non farla approvare e contiamo anche sulle diverse sensibilità interne alla coalizione di centrodestra”.
Chi ha votato la mozione contro le carriere alias
Per ora, infatti, la mozione è stata firmata da tutti i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia, ma soltanto da due consiglieri della Lega e da nessun consigliere di Forza Italia. Macconi tira dritto: “Sia come privato cittadino sia come consigliere regionale ho il diritto di mettere in guardia i presidi dal compiere atti illeciti: io sollevo sia una questione politica sia una questione di legittimità. La pronta adesione di diversi dirigenti scolastici lombardi alla carriera alias è essa stessa un atto politico che fa supporre che ci sia, tra loro, un accordo sottobanco. Io ho il diritto e il dovere di rispondere con un atto altrettanto politico”.