MASSIMILIANO MINGOIA
Politica

Moratti al bivio, Albertini e non solo: il feeling sottotraccia di Letizia con Calenda

La vicepresidente aveva caldeggiato la candidatura dell’ex sindaco Regionali con il Terzo Polo? La decisione dopo il voto del 25 settembre

Letizia Moratti

Milano - «I governatori e i loro vice non sono stati candidati per serietà. Questo vale anche per Letizia Moratti". Il segretario della Lega Matteo Salvini spiega la linea del centrodestra sulle candidature alle Politiche del 25 settembre e, maliziosamente, cita anche la vicepresidente di Palazzo Lombardia, Letizia Moratti, come a far capire che in questa fase non è così chiaro se l’ex ministro ed ex sindaco stia ancora nel centrodestra o altrove. Già, per chi tifa Lady Moratti alle Politiche e, soprattutto, cos’ha intenzione di fare alle Regionali lombarde di primavera?

La sfida nazionale

Partiamo dalla sfida nazionale. La Moratti tifa per la vittoria di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati oppure per un risultato in doppia cifra del Terzo Polo costituito da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi? Alcune autorevoli indiscrezioni raccontano che la Moratti guardi con grande attenzione al fronte terzopolista. Di più. La vicepresidente della Regione si sarebbe attivata in prima persona per caldeggiare la candidatura di Gabriele Albertini a Milano per il Terzo Polo. Letizia sarebbe partita in pressing per convincere Calenda a schierare l’ex collega primo cittadino come capolista nel collegio proporzionale milanese, una posizione che avrebbe garantito un’elezione sicura ad Albertini. Trapela anche che inizialmente il numero uno di Azione avesse aperto alla proposta morattiana, ma che poi abbia prevalso la logica di assegnare i collegi “blindati’’ ai vertici di Azione. Non a caso come capolista del Terzo Polo nel collegio milanese, al posto dell’ex sindaco, è stato candidato Enrico Costa, piemontese, vicesegretario di Azione. Con tanto di polemica tra l’ex numero uno di Palazzo Marino e l’ex ministro del Governo Renzi.

Il nodo da sciogliere

Il caso Albertini , in ogni caso, sembra dimostrare che le mosse della Moratti non sono indirizzate alla vittoria del centrodestra, anzi. Certo, fino al giorno del voto, il 25 settembre, la vicepresidente della Regione potrebbe tenere un basso profilo, in attesa di conoscere i risultati elettorali. Ma il giorno dopo, alla luce dei numeri, dovrà sciogliere il nodo. Naturalmente molto dipenderà dalla decisione finale del centrodestra sulla ricandidatura o meno come presidente della Regione Lombardia del lumbard Attilio Fontana. Nel caso in cui Salvini la spuntasse e riuscisse a convincere i leader di FdI e FI, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che il governatore in carica è il candidato e l’amministratore giusto per i prossimi cinque anni, la Moratti si troverebbe di fronte a un bivio: restare o lasciare il centrodestra, magari diventando la frontwoman alle Regionali di primavera di quel Terzo Polo con cui ha già ottimi rapporti pubblici, testimoniati anche dagli scambi di battute dello scorso 10 giugno tra Calenda ("Letizia sarebbe un’ottima candidata presidente della Regione") e la stessa Moratti ("ringrazio e ricambio le parole di stima di Calenda. Ci sono diverse ipotesi e riflessioni in corso, tutte con l’obiettivo della politica del fare").

Gli scenari

È ancora presto per dire quale decisione prenderà la vicepresidente della Regione. Molto dipenderà dal risultato del Terzo Polo alle Politiche. Ma non solo. Perché nel centrodestra c’è chi dice che i leader della coalizione, in caso di vittoria il 25 settembre, potrebbero offrire un posto da ministro alla Moratti pur di scongiurare una sua candidatura regionale contro Fontana con il Terzo Polo. Dopo le Politiche, dunque, Letizia si troverà di fronte a un bivio. E non potrà più prender tempo. Dovrà fare una scelta. Dentro o fuori dal centrodestra.