REDAZIONE POLITICA

Luca Morisi indagato per droga. Da Fedez a Lapo Elkann le reazioni social

Web e politici si dividono tra condanne e garantismo. Ma tutti ricordano la citofonata di Bologna ("Scusi, lei spaccia?") fatta da Salvini. Il rampollo di casa Agnelli: no all'odio

Luca Morisi, mantovano, ex guru dei social della Lega

Mantova - Fa discutere il caso di Luca Morisi, il guru (o ex guru) della comunicazione che ha curato i social della Lega. la Procuradi Verona ha aperto un fascicolo di indagine nei suoi confronti per cessione e detenzione di droga. I carabinieri hanno trovato una sostanza liquida nella sua cascina a Belfiore, mentre tre ragazzi fermati lo scorso agosto lo accuserebbero di aver ricevuto sostanze stupefacenti da lui, sostanze su cui sarebbero in corso accertamenti. Morisi, mantovano classe '73, nei giorni scorsi ha scelto di fare un passo indietro lasciando la guida dell'attività online della Lega. Ma la visibilità del suo caso, l'appoggio di Salvini che dice "pr lui ci sono" e l'irruente forza comunicativa delle campagne da lui studiate, tanto da guadagnarsi il soprannome di "Bestia", stanno alimentando il circo delle reazioni, a partire dagli stessi social. Attacchi, difese e commenti di riflessione si susseguono.

Lapo Elkann

"Una volta Salvini per attaccarmi disse che facevo 'dichiarazioni stupefacenti' e poi venni travolto sui social. Mi piacerebbe che oggi non accadesse a lui ed i suoi collaboratori lo stesso. L'odio genera odio. Nessuno di noi è Maestro, siamo tutti peccatori". Il più sorprendente e pacato fra tutti i commenti è quello di Lapo Elkann, su cui il leader della Lega ironizzò per via delle vicende di cronaca che riguardarono il rampollo di casa Agnelli. Elkann ha scelto Twitter per un commento che si scaglia contro l'odio social.

Fedez

Il post di Salvini, con cui il leader del Carroccio dice che  "quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti" prima "ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi", ha provocato una pungente reazione di Fedez su Instagram. "Amici circensi - dice Fedez in una video-storia con la sovraimpressione di un pagliaccio e di un tendone da circo - se vi avanza un naso rosso con l'elastichino da prestare a Salvini, contattatimi in privato". Fedez definisce ironicamente l'ex ministro "un eroe contemporaneo: un uomo che ha sacrificato la sua vita a contrastare la piaga sociale delle droghe. Un uomo che andava in giro a citofonare a casa della gente chiedendo `scusi lei spaccia?' o che commentava la sentenza sulla morte di Stefano Cucchi dicendo che la droga fa male. Oggi scopre di avere anch'esso al suo fianco un drogato. Ma che magicamente non diventa un drogato, tipo uno scarto della società ma un amico da aiutare a rialzarsi". Sentite anche voi?". Fedez fa riferimento tra l'altro alla citofonata di Matteo Salvini al presunto spacciatore del Pilastro, a Bologna: era il gennaio 2020, piena campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna.

Il caso citofono

"Chi citofonerà a casa di Salvini? Scagli la prima pietra chi è senza peccato. La fragilità è parte dell'essere umano, il perbenismo e gli insulti da bar sport invece ci impediscono di affrontare i problemi reali di questo Paese in tutta la loro complessità. Ho dovuto fare un test del capello per dimostrare la mia terzietà nell'affrontare il tema delle droghe e ribadire un concetto banale: non devo necessariamente vivere un'esperienza per poterla comprendere ed accettare. Luca Morisi ha fatto del perbenismo provocazione, dell'aggressione digitale mestiere. Sono queste le cose che lo hanno contraddistinto, le 'qualità' che gli hanno dato fortuna, non a caso il suo sistema comunicativo è chiamato 'bestia' di Salvini. Il suo problema è l'ambivalenza, come quella di molti personaggi a destra", scrive via social Fabiana Dadone, ministra per le Politiche giovanili. Dadone "Mi chiedo se qualcuno citofonerà a casa di Salvini, spero non succeda perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda. Insieme possiamo affrontare nel merito ogni questione morale, senza che nessuno si senta superiore ad altri. La VI conferenza nazionale sulle dipendenze che ho fortemente voluto avrà questo approccio: la fragilità umana al centro, senza giudizi o pregiudizi ma con metodo e dati. La superiorità morale è una barzelletta. L'Italia aspetta risposte concrete, non propaganda", conclude l'esponente M5S.

Cautela

"Quando si parla di uso di sostanze stupefacenti io non sono per criminalizzare e, non lo dico per fare l'ironico, anche il caso di queste ore che riguarda direttamente un collaboratore di Matteo Salvini non credo che vada affrontato con ironia o con strumentalità", afferma proprio da Bologna, la città della citofonata, Matteo Lepore, candidato sindaco nella città delle Due Torri per il centrosinistra. "Comunque la tossicodipendenza è una questione che riguarda un numero importante di persone nella nostra città e nel nostro Paese", afferma Lepore. "E' un allarme sanitario che non va affatto sottovalutato, io vedo molto disagio nell'uscita dalla pandemia e non possiamo pensare che il disagio si affronti con il manganello".

Garantismo

"Non si può essere garantisti a correnti alterne. Per me è doveroso esserlo sempre e lo sono anche oggi per Luca Morisi, che riterrò innocente fino all'ultimo grado di giudizio. Mentre vedo il web e certa politica puntare il dito e condannare, usando esattamente quello stesso stile e linguaggio per cui si indignano", scrive sempre sui social il governatore della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti. "La politica che piace a noi, invece, mette il rispetto della persona davanti a tutto - conclude -, senza doppia morale e doppiopesismo. Infierire oggi su Morisi non rappresenta minimamente questo".