
Il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, lascia la Camera dei Deputati
Roma, 3 febbraio 2021 - E alla fine è arrivato il giorno di Mario Draghi. Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incaricato l'ex presidente della Bce di formare un nuovo governo. Draghi è salito al Colle alle 12, ha accettato con riserva secondo prassi. "È un momento difficile, il presidente della Repubblica ha ricordato la drammatica crisi sanitaria, con i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, su economia e società. La consapevolezza dell'emergenza richiede risposte all'altezza della situazione ed è con questa speranza e con questo impegno che rispondo positivamente all'appello del presidente della Repubblica", ha detto alla fine del colloquio al Quirinale durato poco più di un'ora. "Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese sono sfide che ci confrontano: abbiamo a disposizione risorse straordinarie dall'Europa, abbiamo la possibilità di fare molto per il nostro Paese, con lo sguardo attento al futuro delle nuove generazioni e al rafforzamento della coesione sociale" ha ricordato. "Con grande rispetto mi rivolgerò innanzitutto al Parlamento - ha spiegato Draghi - espressione della volontà del popolo, fiducioso che dal confronto coi partiti, i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare risposte responsabili e positive all'appello del presidente. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni".
Governo tecnico o politico?
L'incarico a Draghi è arrivato dopo la presa d'atto da parte del capo dello Stato del fallimento del tentativo di Roberto Fico, a cui il capo dello Stato aveva affidato un incarico esplorativo. Basterà l'induscussa caratura di "Super Mario Draghi" - come l'ha definito il New York Times - a far nascere un governo stabile, in un Paese che deve uscire dalle sacche della crisi? Se ieri sera il nome dell'ex presidente Bce sembrava aver rimesso ordine e restituito qualche certezza dopo la crisi di governo, ora la strada non appare più così in discesa. Sarà un governo tecnico o politico? Questo si chiedono i partiti, nel giorno dell'incarico. Domani l'ex presidente della Bce avvierà le consultazioni tra i partiti e i gruppi, che oggi hanno avuto il tempo di confrontarsi (e scontrarsi) per decidere una linea. La natura dell'esecutivo, se puramente tecnico o con innesti politici, non è però un tema di secondo piano per i partiti, che spingono per la seconda soluzione. Intanto la prima giornata di Draghi da premier in pectore è iniziata con tre lunghi incontri, due di rito e uno, inconsueto, con il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Draghi, come da etichetta istituzionale, dopo aver accettato con riserva l'incarico da Mattarella, ha avuto due colloqui con i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati e poi è andato a Palazzo Chigi, per un faccia a faccia con Conte. A partire da domani Draghi dovrà incontrare le forze politiche. Le consultazioni si terranno a Montecitorio, tra la sala della Lupa e la sala della Biblioteca. Le consultazioni partiranno giovedì pomeriggio e potrebbero durare un paio di giorni.
Le posizioni dei partiti
Per tenere insieme tutta la maggioranza, il Partito democratico ha messo in campo i suoi dirigenti di punta. Il segretario dem Nicola Zingaretti ha chiesto un incontro con Roberto Speranza e Vito Crimi "per non disperdere il patrimonio unitario" accumulato in questo anno e mezzo di governo insieme. Alla riunione in videoconferenza, hanno partecipato il segretario Zingaretti, il vicesegretario Orlando, il capodelegazione Franceschini, i capigruppo Delrio e Marcucci, la presidente Cuppi. Per la delegazione di Leu partecipano Fratoianni, De Petris, Fornaro, Scotto. Per il M5s sono presenti Crimi, Cioffi, Licheri, Crippa e Ricciardi. Pd, M5s e Leu hanno ribadito una "prospettiva unitaria", sia pure "nel rispetto del confronto che si è aperto tra le forze politiche" ha detto il segretario Pd al termine del vertice tra le forze che hanno sostenuto l'ipotesi del Conte-ter. "Nel quadro del lavoro che si è avviato dopo il conferimento dell'incarico al professor Draghi, pur nel rispetto del confronto che si è aperto tra le forze politiche, è positiva la disponibilità di Pd, M5S e Leu di voler continuare a tenere aperta una prospettiva politica unitaria". Oggi lo stesso Zingaretti aveva sottolineato che Draghi "è una personalità di grande prestigio, una forza e una risorsa apprezzata nel mondo e credo che può portare l'Italia fuori dall' incertezza determinata dalla crisi di governo. Oggi ha posto i temi in maniera corretta rivolgendosi al parlamento, ai partiti, alla politica e alle forze sociali per trovare insieme le risposte. Vedremo ma sicuramento è una personalità che ha cominciato a interloquire in modo corretto".
Dubbi e resistenze all'interno del centrodestra. "Abbiamo ribadito con nettezza che la strada maestra per il centrodestra sono le urne", ha detto Matteo Salvini al termine del vertice a tre con Antonio Tajani e Giorgia Meloni durante il quale si sono scontrate la linea sovranista della Lega e di Fratelli d'Italia contro quella europeista di Forza Italia. Il leader della Lega, tuttavia, ha aggiunto: "Siamo persone educate e realiste. Se il professor Draghi ci vorrà ascoltare andremo a capire e valutare. Noi, a differenza della sinistra, non abbiamo pregiudizi". L'incarico conferito a Mario Draghi "è un incarico conferito a una persona di alto profilo. Durante l'incontro valuteremo i contenuti. E poi decideremo cosa fare", ha detto il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Nel tentativo di mantenere un fronte compatto, Giorgia Meloni ha inviato gli alleati a "giocare a carte scoperte". La leader di FdI, ribadisce l'indisponibilità del suo partito a sostenere in ogni caso un governo Draghi: "Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d'Italia al Governo Draghi", ha scritto su Facebook Giorgia Meloni. "Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il Centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione", conclude.