Milano, 8 giugno 2016 - "Mi sono sempre occupato di carceri in qualità di assessore alla Salute. È una tematica sociale che mi sta a cuore da sempre, che cosa vi sorprende?". Mario Mantovani ex vicepresidente della Regione, è entrato a far parte della Commissione Carceri del Consiglio regionale, come rappresentante del gruppo di Forza Italia, al posto del capogruppo Claudio Pedrazzini. Propro lui che ha vissuto l’esperienza del carcere, 41 giorni a San Vittore, con l’accusa di corruzione, concussione e turbativa d’asta. «E poi - aggiunge l’ex numero due della Regione mentre è seduto fra i banchi del Pirellone e si congratula con i suoi per i buoni risultati elettorali ottenuti dal partito - volendo di proposito evitare la Commissione Sanità dove non mi sembrava certo il caso entrarci, ho ritenuto che fosse di grande attualità occuparmi di questi temi. Nelle 19 strutture carcerarie lombarde ci sono 2mila carcerati in più, abbiamo avuto più volte un richiamo dal’UE. L’esperienza che ho drammaticamente fatto dietro le sbarre mi porta ad avere ancora più attenzione nei confronti di questa realtà». La comunicazione dell’ingresso di Mantovani nella Commissione Carceri è arrivata ieri, in Aula, dal presidente dell’assemblea Raffaele Cattaneo. Secondo una procedura formale, di rito.
E proprio mentre il Consiglio votava sì alle dimissioni da consigliere regionale di Fabio Rizzi, ex presidente della Commissione Sanità, arrestato lo scorso febbraio nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti odontoiatrici. Mantovani, dal canto suo, reintegrato nel ruolo di consigliere regionale un mese fa, si è astenuto dal voto. E oggi inizia la prima udienza del processo che lo vede imputato per corruzione, concussione e turbativa d’asta. «Sono sereno, ho chiesto il giudizio immediato», aggiunge Mantovani che promette di mettersi subito al lavoro, in Commissione. «Con il presidente della Commissione, Fanetti - dice - sono d’accordo che farò il relatore su alcuni provvedimenti. Un ricordo positivo dei giorni trascorsi a San Vittore? Una grande umanità, sconosciuta all’esterno. Tutti pensano che lì dentro si siano solo mascalzoni e delinquenti. Invece ci sono anche persone che hanno avuto tante disavventure. Il ricordo più doloroso? Ciò che mi ha maggiormente tormentato è aver rivisto la mia famiglia dopo dieci giorni. Stai chiuso lì e non ne conosci le reazioni, puoi solo immaginare quello che pensano. E, poi, la carcerazione preventiva, ingiusta, una tortura che non è da Paese civile. E guardi che non lo dico solo per me, ma anche per il sindaco di Lodi o per chiunque». Intanto, sempre ieri, il Pirellone ha dato il via libera alle nomine dei componenti di Arac (presidente Francesco Dettori, Sergio Arcuri, Giovanna Ceribelli, Maria Dinatolo e Gianfranco Rebora gli altri componenti), l’agenzia regionale anti corruzione, ma senza i voti dell’opposizione.