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La sala del Palazzo dei Marescialli dove si riunisce il Csm
Domenica 12 giugno, alle sette, apriranno i seggi elettorali. Oltre alle comunali, che interesseranno 978 comuni, tutti gli italiani saranno chiamati ad esprimersi su cinque referendum sul tema della giustizia. Due di questi cinque, il quarto e il quinto, riguardano il Consiglio superiore della magistratura. Ma cos'è e cosa fa di preciso il Csm?
Cosa fa
Il Csm è l'organo di autogoverno della magistratura. I magistrati sono coloro che esercitano il potere giudiziario in Italia: si dividono tra pubblici ministeri, cioè coloro che si occupano delle indagini insieme alle forze dell’ordine e svolgono la parte dell’accusa, e giudici, cioè coloro che emettono le sentenze sulla base delle prove raccolte e del contradditorio tra l’accusa e la difesa. Il Csm ha rilevanza costituzionale in quanto espressamente previsto dalla Costituzione, che ne delinea composizione e compiti. Il Csm prende tutti i provvedimenti che incidono sullo status dei magistrati, dall’assunzione, alle procedure di assegnazione e trasferimento, alle promozioni, fino alla cessazione dal servizio, oltre ad avere il compito di sorvegliare e giudicare la condotta dei magistrati.
Come si compone
Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto di diritto dal presidente della Repubblica, al pari del primo Presidente e del procuratore generale della Corte di Cassazione. Degli altri 24 componenti, 16 vengono scelti da tutti i magistrati e i restanti 8 dal Parlamento riunito in seduta comune. La carica dura quattro anni, con divieto di immediata rieleggibilità. Tra i membri eletti dai magistrati (i cosiddetti togati), due sono scelti tra la Corte di Cassazione, dieci tra i giudici delle Corti di Appello o dei Tribunali, e quattro tra i pubblici ministeri. Gli otto componenti eletti dal Parlamento (i laici) sono scelti tra professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno quindici anni.
I rapporti con il governo
Il Csm è chiamato a esprimere parere sui disegni di legge del Governo che interessano l’ordinamento giudiziario e l’amministrazione della giustizia. Inoltre, può proporre modifiche riguardo l’organizzazione dei servizi relativi alla giustizia. Anche i rapporti con il Parlamento sono improntati ai principi dell’autonomia e dell’indipendenza: l’unica forma di interlocuzione è costituita dalla facoltà per il Csm di inviare allee Camere, tramite il ministro della Giustizia, una Relazione annuale sullo stato del sistema giudiziario, segnalando problemi e avanzando proposte