REDAZIONE POLITICA

Rimborsopoli al Pirellone, la Cassazione annulla le condanne di Bossi, Romeo e Aiello

Annullate per prescrizione le condanne di una quarantina di politici ed ex politici (all'epoca in carica in Regione Lombardia) per una serie di rimborsi per pranzi e cene

Umberto Bossi col figlio Renzo, detto il ‘Trota’ (Imagoeconomica)

La Cassazione ha azzerato, in sostanza, in parte per prescrizione in parte riqualificando le accuse e dichiarandole prescritte, le condanne del maxi processo sulla cosiddetta 'rimborsopolì al Pirellone, ossia a carico di politici ed ex politici lombardi imputati per essersi fatti rimborsare con soldi pubblici, per un totale di circa 3 milioni in quattro anni, le spese più varie, tra cui soprattutto pranzi e cene.

In secondo grado nel luglio 2021 erano state condannati una quarantina di ex consiglieri regionali lombardi. Oggi la Suprema Corte, come si è saputo da fonti legali, ha riqualificato l'accusa di peculato in indebita percezione di erogazioni pubbliche per una parte degli ex esponenti della politica lombarda e ha dichiarato per loro la prescrizione. Cancellate senza rinvio, dunque, le condanne, tra gli altri, per Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato (1 anno e 8 mesi in appello), per Renzo Bossi (2 anni e mezzo in appello) e per l'eurodeputato leghista Angelo Ciocca (1 anno e mezzo in appello), difeso dall'avvocato Domenico Aiello.

Per altri imputati ha dichiarato prescritto il peculato perché commesso prima del dicembre 2009. Per altri ancora ha annullato con rinvio ad un nuovo giudizio di appello, probabilmente per un difetto di motivazione, la sentenza di condanna di secondo grado, tra cui quella inflitta all'ex capogruppo di Sel Chiara Cremonesi, difesa dal legale Mirko Mazzali. Condannati definitivamente, invece, solo tre imputati.

Tre le condanne definitive, quelle per Corrado Paroli, Giosuè Frosio e Elisabetta Fatuzzo. Annullate senza rinvio per prescrizione, dopo la riqualificazione del reato, anche le condanne per l'ex consigliere Angelo Giammario e gli ex assessori Gianluca Rinaldin e Monica Rizzi, ma anche quelle di Carlo Saffioti, Pierluigi Toscani, Ugo Parolo; Fabrizio Cecchetti, Mauro Gallina, Massimo Guarischi e altri. La Corte d'Appello di Milano nel 2021, oltre a condannare una quarantina di imputati solo con qualche lieve riduzione di pena, aveva anche accolto dieci richieste di patteggiamento, tra cui quella dell'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi e un tempo consigliera regionale azzurra Nicole Minetti a 1 anno e 1 mese in continuazione con i 2 anni e 10 mesi inflitti per il processo 'Ruby bis', raggiungendo così i 3 anni e 11 mesi totali.

Dall'inchiesta milanese erano emerse, per gli anni 2008-2012, spese di tutti i tipi da parte dei consiglieri lombardi rimborsate con fondi pubblici: l'acquisto di regali, cartucce da caccia o 'gratta e vinci', oppure cene da centinaia di euro per pochi coperti, per tavolate fino a 26 persone e pure un banchetto di nozze. E poi Campari, moijto e altri drink o pranzi in locali di lusso, sigarette, spazzolini, Red Bull e videogiochi.