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Salvini assolto, festa Lega in via Bellerio: “Difendere i confini non è reato”

Caso Open Arms, cadono tutte le accuse a processo di Palermo. Colonnelli e militanti nella storica sede milanese: ha prevalso la giustizia, messaggio chiaro a chi specula

Festa fuori della sede della Lega di via Bellerio a Milano per l'assoluzione di Matteo Salvini

Festa fuori della sede della Lega di via Bellerio a Milano per l'assoluzione di Matteo Salvini

Milano – Matteo Salvini assolto da tutte le accuse al processo di Palermo per il caso Open Arms, esulta la Lega. 

La notizia dell’assoluzione è arrivata durante la prima seduta del nuovo Consiglio nazionale della Lega Lombarda, in corso nella sede di via Bellerio a Milano, ed è stata salutata da un lungo applauso e da abbracci tra i partecipanti, incluso il governatore Attilio Fontana. Anche diversi militanti si sono poi recati fuori dalla storica sede del Carroccio, festeggiando insieme l’assoluzione del leader. “Difendere i confini non è reato, Salvini siamo con te”, recitava uno striscione. 

"Eravamo sicuri che alla fine avrebbe prevalso la giustizia – commenta il segretario regionale della Lega Lombarda e capogruppo a Palazzo Madama, il senatore Massimiliano Romeo – quella anche del buon senso e della logica, ero sicuro che un ministro della Repubblica che ha semplicemente fatto il suo dovere, che ha svolto il mandato che aveva ricevuto dai cittadini di difendere i nostri confini applicando quelle che sono le nostre leggi vigenti (leggi che una nave straniera aveva deciso di non rispettare) sarebbe stato assolto. Non avevo dubbi su questo e mando un forte abbraccio al nostro segretario Matteo Salvini, tenuto per tre anni sotto processo, che da questa vicenda esce ancora più forte e consapevole di avere il sostegno degli italiani, del centrodestra e ovviamente di tutta la Lega”.

Concetti espressi anche da Attilio Fontana, governatore della Lombardia: “Giustizia è fatta: sono davvero contento e soddisfatto per una sentenza che rende onore a Matteo. Il ministro Salvini, nell'esercizio delle sue funzioni operative e politiche, ha

sempre agito per la legalità e la difesa dei confini italiani". Affrontare un “processo ingiusto” con il rischio di una “condanna immeritata”, evidenzia il presidente della Regione, è un peso enorme, "ma lui ha continuato a lavorare con determinazione e a testa alta". "Oggi, finalmente questo capitolo si chiude con una piena assoluzione – conclude Fontana – un messaggio forte e chiaro a chi specula sulla disperazione, con i viaggi della morte: l'Italia difenda i suoi confini, ora e sempre".