
Tosse (foto: Chris Rout / Alamy)
Milano, 21 febbraio 2023 - Tosse, espettorazione quotidiana magari con tracce di sangue e infezioni respiratorie ricorrenti (polmonite compresa)? Possono essere anche i sintomi di bronchiectasie con condizioni respiratorie croniche infiammatorie difficili da diagnosticare, e ancora senza una terapia farmacologica approvata.
Le bronchiectasie sono dilatazioni irreversibili di tratti dei bronchi, dovute a lesioni delle pareti bronchiali, con una conseguente perdita della corretta funzione di clearance mucociliare, uno dei meccanismi di protezione che il nostro corpo usa per contrastare e impedire a virus, batteri e funghi l’ingresso nei polmoni. Il muco, con la sua viscosità, intrappola le particelle e viene spinto dal movimento delle ciglia cellulari verso l’alto, dove viene ingerito o espulso con un colpo di tosse. Se questo sistema non funziona a dovere può contribuire a infezioni o malattie respiratorie.
In genere sono causate da infezioni o da altre condizioni che danneggiano le pareti delle vie aeree e impediscono un’adeguata eliminazione del muco, con il più che probabile crescere di batteri che danno vita a nuove infezioni che a loro volta possono produrre ulteriori danni alle vie aeree stesse, avviando un circolo vizioso.
I sintomi Le bronchiectasie sono caratterizzate da tosse e catarro quotidiani e frequenti infezioni respiratorie causate da una dilatazione irreversibile dei bronchi.
"Ad oggi non esistono terapie farmacologiche approvate e specifiche per curare i pazienti con bronchiectasie”, spiega Stefano Aliberti, responsabile di Pneumologia dell'Irccs Istituto clinico Humanitas, professore ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio di Humanitas University e coordinatore di un workshop in programma il 23 e 25 febbraio. “La gestione passa soprattutto attraverso la fisioterapia respiratoria quotidiana e un oculato utilizzo di antibiotici. Le ultime evidenze però dicono che siamo di fronte a una malattia sostenuta da una importante componente infiammatoria dei bronchi. Fino a pochi anni fa si pensava che le terapie andassero cercate solo sul controllo delle infezioni, ora invece si aprono nuovi orizzonti per i pazienti bronchiectasici: alcuni dei farmaci in studio, infatti, sono proprio dei modulatori del sistema immunitario che riducono l'infiammazione a livello bronchiale".
“In Italia - riferiscono da Humanitas - fino a 500 adulti su 100mila soffrono di bronchiectasie, ma si tratta di una cifra sottostimata. Questa patologia in realtà si può manifestare sin dai primi anni di vita, può avere anche componenti genetiche e fattori di aggravamento dovuti a una infezione cronica da parte di particolari micro-organismi. La comunità europea di scienziati ed esperti del settore conferma che le bronchiectasie e le loro comorbilità continuano a essere spesso diagnosticate erroneamente e trattate in modo non appropriato. L'epidemiologia è tuttora incompleta e varia da Paese a Paese, la gestione è lontana dall'essere uniforme e completamente soddisfacente, mentre farmaci specifici non sono ancora disponibili, anche se nuove le terapie potrebbero essere sul mercato in un prossimo futuro”.