Varese, 15 gennaio 2025 – I medici dell’ospedale di Circolo sperimentano la funzionalità e l’utilità delle cosiddette sale ibride anche in un contesto da “minuti contati”. È stato eseguito, infatti, il primo intervento in urgenza all'interno di una delle sale ibride dell'ospedale varesino.
Nel dettaglio, si tratta di un'operazione di chirurgia vascolare, condotta su una ottantenne giunta in Pronto Soccorso a Cittiglio per la rottura di un voluminoso aneurisma dissecante dell'arco aortico. La paziente si era già sottoposta anni fa a un intervento programmato di cardiochirurgia sul tratto ascendente dell'arco aortico: questo dato anamnestico ha agevolato l'inquadramento diagnostico in Pronto Soccorso e l'attivazione della rete delle emergenze per le sindromi aortiche acute, che prevede la centralizzazione a Varese.
Le fasi dell’intervento
Tempestivamente sottoposta la paziente a una angiotac all'ospedale di Cittiglio, infatti, è emersa immediatamente la natura del problema, la rottura dell'aneurisma dissecante, patologia che richiede un intervento in emergenza, molto delicato, di inserimento di una endoprotesi, da eseguire al Circolo.
"Abbiamo chiesto e subito ottenuto il permesso di procedere all'intervento in una delle due sale ibride, quella con la dotazione tecnologica dedicata in particolare all'ambito cardiovascolare - spiega il professor Matteo Tozzi, direttore della Chirurgia vascolare - La tecnologia in dotazione in quella sala, infatti, permette una tale qualità nella visualizzazione delle immagini anatomiche da agevolare moltissimo l'atto chirurgico, offrendo un notevole salto qualitativo in termini di efficienza e sicurezza, sia per gli interventi programmati, sia, come questo caso ha dimostrato, per gli interventi in urgenza".
L’équipe al lavoro
L'operazione, della durata di circa un'ora e mezza e conclusasi con successo, ha coinvolto un'équipe multidisciplinare: accanto ai chirurghi vascolari Matteo Tozzi e Marco Franchin, vi hanno preso parte il radiologo Andrea Coppola, l'anestesista Caterina Potenzoni e il personale infermieristico e tecnico di sala.
"La sala ibrida è un'opportunità straordinaria - tiene a sottolineare la dottoressa Battistina Castiglioni, direttore del Dipartimento cardiotoracovascolare - non solo perché agevola e perfeziona il nostro lavoro, ma soprattutto perché ci offre l'occasione per migliorarci e andare oltre. Rappresenta un upgrade per tutta l'équipe che vi interviene, un'occasione di crescita professionale per medici, infermieri e tecnici".
Una “palestra” per i tecnici
Proprio con riferimento alle opportunità di formazione e sviluppo degli operatori, la sala ibrida si configura come un'eccezionale palestra per i tecnici di radiologia, professionisti fondamentali in una struttura caratterizzata da apparecchiature tecnologiche complesse e top di gamma.
"Possiamo contare su un gruppo di tecnici eccellente - osserva il professor Massimo Venturini, direttore della Radiologia di Varese, professore ordinario all'università dell'Insubria e presidente del corso di laurea Tecniche radiologia medica per immagini e Radioterapia - Le figure più adatte per confrontarsi con la sfida della sala ibrida. Al contempo, avere a disposizione tecnologie di questo livello rappresenta un invito ad offrire percorsi formativi sempre più sfidanti e qualificanti per gli aspiranti tecnici di Radiologia che si iscrivono all'università dell'Insubria".