In Lombardia scatta l’allarme radon: secondo i dati resi noti dall’Istituto superiore di sanità si attendono 900 casi in un anno di tumore al polmone legati all’esposizione indoor a questo particolare gas.
Cos’è
Il radon è un gas radioattivo di origine naturale, inodore, incolore e insapore; queste caratteristiche che non lo rendono percepibile dai nostri sensi e perciò difficile da individuare e da quantificarne la presenza. Da qui l’aumento del pericolo legato a una sua esposizione.
Dove si trova
Il radon si trova soprattutto nei locali, quindi in ambienti chiusi. In particolare può essere frequente la sua presenza negli spazi murati a diretto contatto con il suolo, come cantine, scantinati, taverne, garage, perché il terreno è la fonte principale in cui questo gas abita, con possibilità tuttavia di arrivare ad irradiarsi anche negli ambienti dei piani più alti.
Oltre al suolo e alle rocce in cui sono presenti i suoi “precursori” (uranio e radio), ci sono anche altre vie di trasmissione del radon: pavimentazioni e pareti a contatto con il suolo e non adeguatamente isolate da fratture e fessure, tubature e canalizzazioni non ben sigillate (che andrebbero quindi sempre ben controllate se si vive in una zona più a rischio).
Perché è pericoloso
Essendo inodore, incolore e insapore è impossibile accorgersi della presenza del radon senza strumenti che ne accertino la diffusione nell’aria. Per questo il pericolo principale legato a questo gas sta nella sua inalazione: inspirato in quantitativi in eccesso e per periodi prolungati, può infatti provocare seri danni alla salute, in particolare ai polmoni, qualificandosi come seconda causa di rischio per l’insorgenza di un tumore, dopo il fumo (questo significa che i fumatori che vivono a contatto con il radon corrono un rischio in più di malattia).
Come difendersi
Un quadro a tinte esclusivamente cupe? Non del tutto: difendersi dal radon – ovviamente una volta che è stata accertata la sua presenza – è relativamente semplice, grazie alla sua volatilità, vale a dire alla sua capacità di disperdersi rapidamente e facilmente nell’aria.
La prima prevenzione per combattere questo gas è la costante areazione dei locali nei quali è riconosciuta la sua presenza.
I suoi strascichi
Gli effetti più dannosi del radon non sono però dovuti al gas in sé, bensì dai suoi “prodotti di decadimento”, cioè ad altri elementi radioattivi non gassosi generati dal radon che, attaccandosi al particolato atmosferico presente in ogni ambiente, entrano facilmente in profondità nell'apparato respiratorio irraggiando in particolare le cellule dei bronchi.
Luoghi di lavoro e scuole
Stimare la presenza o la concentrazione di questo gas negli ambienti domestici o di uso quotidiano come le scuole o i luoghi di lavoro, soprattutto se interrati – dove di norma si trova maggiormente - non è semplice poiché le concentrazioni possono variare sia da spazio a spazio (anche tra edifici vicini) sia nel tempo, tra giorno e notte, estate e inverno e tra diverse condizioni meteorologiche.
Come misurarne la presenza
La volatilità del gas, quindi, ha i suoi aspetti positivi ma anche quelli negativi. Per avere una valutazione attendibile del quantitativo medio di radon presente nell’aria di un ambiente, infatti, è necessario procedere a una misurazione per un periodo prolungato, di qualche mese almeno. Il migliore strumento per registrare le tracce delle radiazioni emesse è il dosimetro passivo.
Come eliminare – in parte – il radon
Va detto, innanzitutto, che non è possibile cancellare completamente ogni traccia di radon dagli ambienti in cui ci troviamo a vivere, lavorare e studiare. È possibile ridurne la concentrazione al di sotto dei limiti di legge mettendo in campo interventi edilizi sulle abitazioni esistenti o adottando criteri anti-radon in stabili di nuova costruzione. In Italia, nel 2002, è stato varato un Piano nazionale radon a cui partecipa un gruppo multidisciplinare di esperti, impegnato nel coordinare iniziative di prevenzione e informazione.