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Smog in Lombardia: nuovo studio rivela gli effetti devastanti dell’inquinamento sul cervello

Un’esposizione anche di breve durata alle polveri sottili compromette l’attenzione, la produttività e l’intelligenza emotiva. Una condizione simile alla “nebbia cognitiva” descritta nei pazienti con Long Covid

L'aria a Milano ha superato da tre giorni la soglia di rischio di concentrazione di polveri sottili

L'aria a Milano ha superato da tre giorni la soglia di rischio di concentrazione di polveri sottili

Milano – Mentre l’Europa si prepara a inasprire i limiti sulla qualità dell’aria entro il 2030, le città della Lombardia continuano a lottare con livelli di smog ben al di sopra delle soglie di sicurezza. Ora, una nuova ricerca pubblicata su Nature Communications solleva un’ulteriore preoccupazione: l’inquinamento atmosferico da polveri sottili potrebbe avere effetti immediati sulle capacità cognitive, compromettendo l’attenzione, la produttività e l’intelligenza emotiva.

Il legame tra smog e “nebbia mentale”

Un team di scienziati delle università di Birmingham e Manchester ha condotto un esperimento esponendo i partecipanti a livelli elevati di particolato fine (come il PM 10 e il PM 2,5), replicato attraverso il fumo di candela. I risultati sono inquietanti: anche un’esposizione di poche ore riduce la capacità di concentrarsi e di interpretare correttamente le emozioni altrui, una condizione paragonata alla “nebbia cognitiva” spesso descritta nei pazienti con Long Covid.

Secondo Thomas Faherty, coautore dello studio, “anche una breve esposizione all'inquinamento può alterare significativamente le funzioni cerebrali fondamentali per la vita quotidiana”. L’attenzione selettiva è particolarmente vulnerabile, influenzando il processo decisionale e la capacità di portare a termine attività comuni, come fare la spesa o seguire una conversazione complessa.

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Un problema economico, oltre che sanitario

Le implicazioni di questi risultati vanno ben oltre la sfera individuale. “La scarsa qualità dell'aria incide direttamente sulla produttività e sulla crescita economica, in un’epoca in cui l'eccellenza cognitiva è essenziale”, osserva Francis Pope, dell’Università di Birmingham. Un declino delle capacità cognitive potrebbe tradursi in un rallentamento dell’innovazione e in una maggiore difficoltà nel prendere decisioni strategiche.

L’inquinamento atmosferico è già stato collegato a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson, ma questo studio suggerisce che gli effetti possano essere più immediati e diffusi di quanto si pensasse.

Lombardia: città fuorilegge entro il 2030?

Nel frattempo, i dati raccolti da Legambiente dipingono un quadro preoccupante per l'Italia. Nel 2024, 25 città su 98 hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili PM10, con Frosinone in testa (70 giorni oltre il limite), seguita da Milano (68) e Verona (66). Anche il biossido di azoto (NO2) presenta dati critici: il 45% dei capoluoghi italiani non rientra nei nuovi standard previsti per il 2030.

Se le normative europee entrassero in vigore oggi, 70 città italiane risulterebbero fuorilegge, tra cui Milano. In Lombardia, la maggior parte dei capoluoghi supera il limite consentito di emissioni di PM 10 e, in alcuni casi, di PM 2.5. Tra le città che hanno sforato ci sono Milano, Cremona, Brescia, Monza, Mantova, Lodi, Pavia e Bergamo

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Scenari futuri

Di fronte a questi scenari, gli esperti chiedono misure strutturali per abbattere l'inquinamento. Secondo Legambiente, solo un intervento deciso potrà invertire la tendenza: servono investimenti nel trasporto pubblico, nella mobilità sostenibile e in energie rinnovabili.

Il problema dell'inquinamento atmosferico non riguarda solo l'ambiente, ma ha implicazioni profonde per la salute mentale e lo sviluppo economico. Ignorarlo ora potrebbe significare pagare un prezzo altissimo in futuro.