REDAZIONE SALUTE

Cosa rende resistenti i tessuti molli umani? Uno studio milanese svela il meccanismo chiave e apre la strada a nuove cure

Il lavoro, pubblicato su 'Nature Materials', è il risultato della collaborazione fra University College London (Ucl), University of Cambridge e Politecnico di Milano e segna un importante passo avanti nello studio delle malattie e nella progettazione delle terapie

Laboratorio di analisi

Laboratorio di analisi

Milano, 5 marzo 2025 – Uno studio svela i meccanismi che permettono ai tessuti epiteliali - strati cellulari sottilissimi - di resistere a stress e deformazioni, evitando rotture anche in condizioni fisiologiche estreme. Il lavoro, pubblicato su 'Nature Materials', è il risultato della collaborazione fra University College London (Ucl), University of Cambridge e Politecnico di Milano. Secondo lo studio la chiave risiede nei filamenti di cheratina, una rete proteica che collega le nostre cellule e si irrigidisce sotto tensione, prevenendo lacerazioni.

Meccanismi di integrità dei tessuti epiteliali

I ricercatori, guidati da Guillaume Charras della Ucl e Alexandre Kabla della University of Cambridge, hanno compiuto un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi che permettono ai tessuti di mantenere la loro integrità, per poter studiare le malattie e progettare nuove terapie.

I nostri tessuti subiscono uno stress costante: la pelle si allunga, i polmoni si espandono e si contraggono durante la respirazione e l'intestino si espande durante la digestione. I monostrati epiteliali, spessi una singola cellula, rivestono la maggior parte delle nostre strutture interne e delle cavità, formando barriere essenziali.

Scoperte sui monostrati epiteliali

"Per capire meglio come si rompono i monostrati epiteliali sono stati combinati esperimenti avanzati, guidati dalla dottoressa Julia Duque, e modelli computazionali: abbiamo scoperto - spiega Alessandra Bonfanti del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale del PoliMi e co-autrice dello studio - che questi singoli strati cellulari possono essere estesi fino a 9 volte la loro lunghezza iniziale prima di rompersi". I monostrati possono gestire deformazioni estreme grazie alle reti di cheratina che collegano le cellule tra loro e si irrigidiscono sotto tensione, impedendo ai tessuti di strapparsi.

Tuttavia, quando la cheratina viene interrotta, i tessuti perdono questa capacità protettiva, evidenziando la sua importanza nel mantenere l'integrità dei tessuti. Lo studio indica inoltre che i monostrati epiteliali possono resistere alla rottura in funzione della velocità di estensione. Possono allungarsi da 3 a 9 volte la loro lunghezza iniziale, e quanto più lentamente sono allungati, tanto più possono deformarsi prima di rompersi. La rottura dei tessuti è un processo multiscala. Il modello collega eventi su scala molecolare, come la rottura del legame di adesione, con la risposta a livello di tessuto quando viene allungato.

Simulazioni e applicazioni future

Ciò ha permesso al team di ricercatori di simulare e prevedere come si comportano i tessuti al variare della velocità di deformazione, rivelando come le reti di cheratina contribuiscono alla loro forza. Senza questi modelli, non potremmo collegare i processi cellulari e molecolari a ciò che accade a livello tissutale. Il lavoro ha combinato competenze in biologia, fisica e ingegneria e rappresenta un primo passo importante verso la comprensione del complesso processo di rottura dei tessuti.