REDAZIONE SALUTE

In Lombardia 700mila donne soffrono di vulvodinia e altre patologie “invisibili”

Il messaggio dei medici: “Non abbiate timore di rivolgervi ad uno specialista, da vulvodinia e vaginismo si può guarire grazie a terapie mirate”

Giorgia Soleri, durante la presentazione del testo di legge sulla vulvodinia

Giorgia Soleri, durante la presentazione del testo di legge sulla vulvodinia

Circa una donna su sette in Lombardia soffre di vulvodinia, una malattia ginecologica caratterizzata da dolore cronico alla vulva e ai tessuti che circondano l'accesso alla vagina. La patologia, per il cui riconoscimento si batte la modella e scrittrice Giorgia Soleri, colpirebbe circa 700 mila donne lombarde.

Ma questa non è l’unica tra le malattie più comune legate a: 600 mila soffrono di disturbi legati all'incontinenza urinaria e 1,4 milioni sono affette da lichen sclero-atrofico, una patologia infiammatoria cronica dell’area ano-genitale. Sono questi i dati emersi dal convegno “Stop Intimate Disorders” organizzato dal direttore del Centro Studi Egeria di Milano, Enrico Meloni, per fare luce sulle malattie che compromettono spesso in maniera determinante le relazioni interpersonali e sessuali delle donne.

"Ho voluto organizzare questa prima giornata – ha spiegato Meloni – per sensibilizzare il più possibile l'universo femminile affinché le donne possano prendere coscienza delle eventuali problematiche che riscontrano e trovare, quindi, risposte adeguate alle loro domande. La medicina può aiutare un processo di diagnosi e valutazione mirato che sfrutti la tecnologia e la farmacologia per ottenere un risultato definitivo senza dover ricorrere a cure invasive e dolorose”.

Oltre 10 milioni di donne in Italia, infatti, soffrono di patologie legate a disturbi dell'apparato uro-genitale. Stando ai dati pubblicati dal Centro Studi Egeria, più del 15% della popolazione femminile soffre di vulvodinia, più del 20% di incontinenza urinaria. Problematiche intime che, spesso, si ripercuotono sulla vita di coppia. Tutte patologie che possono essere curate spesso con tecniche mini-invasive e dall'efficacia certificata.

“In Italia ci sono centinaia di migliaia di donne “invisibili”, che vivono nell'ombra”, ha detto Roberto Bernorio, sessuologo clinico, psicoterapeuta e specialista in ginecologia. “Il messaggio è: non abbiate timore di rivolgervi ad uno specialista, da patologie come vulvodinia e vaginismo si può guarire, grazie a terapie mirate che possono arrivare sino al 95% di efficacia”.

“È necessario, però – spiega il medico – uno sforzo collettivo: da un lato le donne non devono più vergognarsi o sentirsi colpevoli, anche per retaggi storici e culturali, di avere disfunzioni che possono certo capitare. Dall'altro, il mondo sanitario deve comprendere che bisogna avere maggiore consapevolezza nei confronti di malattie spesso misconosciute e non facilmente diagnosticabili. Ecco perché è necessario rivolgersi a specialisti seri e preparati, che non prendano sottogamba sintomi e soprattutto sappiano ascoltare le pazienti”.