Sesto San Giovanni, 3 agosto 2011 - Contanti per 11mila euro ma non solo. Oltre alle banconote di grosso taglio, nell’appartamento di Filippo Penati lo scorso 20 luglio la Guardia di Finanza ha trovato una cartellina azzurra. «Trasporti Sesto» la targhetta. All’interno, la rassegna stampa e i comunicati che riguardano la linea 712 e il contenzioso della Caronte srl. Penati aveva ritagliato e conservato le prime denunce di Piero Di Caterina. Che il «sistema Sesto» l’aveva già messo nero su bianco a giugno 2010. «Sono costretto a realizzare un dossier perché le vicende risultano intricate e riguardano un lungo periodo. Solo così potrà emergere la verità». Iniziava così il lungo memoriale che Di Caterina aveva diffuso a sindaci, politici e forze dell’ordine.
«Si è creata una situazione, per vivere e lavorare, che impone di muoversi in una palude di relazioni di concussioni indirette. Una situazione che si alterna a momenti di relazioni corruttive». Vicenda intricata quella che riguarda la gestione delle linee di trasporto pubblico del Nord Milano. Ricorsi a pioggia, querele ed esposti: è questo il braccio di ferro tra Caronte e Atm per accaparrarsi il diritto a circolare con i propri autobus. Al centro della vicenda, la linea della discordia: la 712 che collega il centro di Cinisello a Sesto, un servizio gestito dal Consorzio Trasporti Pubblici e affidato alla società di Piero Di Caterina dal 1997. È il giugno 2010 quando Atm prende in carico la linea sulla base di una delibera del Comune di Milano.
Per tutta l’estate sulle strade circolano due bus: le 712 di Caronte e le 712 di Atm. L’8 novembre Di Caterina ritira i suoi mezzi: il Tribunale ordinario di Monza, sezione civile, ha dato ragione ad Atm. «Il Comune di Milano ha agito nell’esercizio dei poteri conferitigli dalla legge e Atm ha eseguito le determinazioni — si legge nella sentenza —. (...) già il Tribunale amministrativo ha qualificato legittima l’aggiudicazione di Atm».
C'è poi l'annosa questione Sitam sugli introiti dei biglietti. L’azienda sestese dice di vantare crediti da 8 a 10 milioni, per Atm si tratterebbe di 250mila euro. Per dipanare la questione si istituisce un tavolo a Palazzo Isimbardi. Con delibera del gennaio 2009 la Provincia di Penati dà ragione a Caronte: al Ctp spettano 40 milioni di euro, che deve girare tra l’azienda sestese (8 milioni) e Atm (32 milioni). Lo scorso agosto, però, la nuova giunta Podestà pubblica una controdelibera che revoca il documento in autotutela.
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