Monza, 6 agosto 2011 - Ancora denaro contante, in banconote di grosso taglio, trovato nelle perquisizioni per l’inchiesta sulla presunta Tangentopoli a Sesto San Giovanni. Dopo il ritrovamento di 11mila euro a casa dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia del Pd Filippo Penati e quello di 23mila euro nello studio dell’architetto sestese Marco Magni, spuntano altri contanti, tra i 40 e i 50mila euro, riconducibili ad un altro degli indagati, l’architetto Renato Sarno.
Sarno, professionista quotato tanto da avere ricevuto in passato incarichi anche dal San Raffaele di Milano, secondo la Procura nel 2008 si è occupato della stesura del contratto preliminare di compravendita di un immobile nell’area ex Falck tra Bruno Binasco, l’amministratore del Gruppo Gavio a cui sarebbe legato, e Piero Di Caterina, l’imprenditore sestese che sotto la forma di una «finta caparra» si sarebbe visto restituire, su mandato di Penati, circa 2 milioni di presunte «dazioni di denaro» che, a suo dire, avrebbe consegnato nel corso degli anni precedenti «in cambio di favori» all’ex sindaco di Sesto San Giovanni. Tra gli atti sequestrati a Sarno nella perquisizione anche un «Documento finanziamento sig. Penati», ora al vaglio degli inquirenti, che intanto stanno approfondendo anche la pista delle coop rosse.
Su questo fronte, secondo la Procura nelle indagini sta emergendo il ruolo chiave di un altro indagato, Giordano Vimercati, capo di gabinetto di Penati in Provincia e fratello di un senatore del Pd, come «uomo operativo per le coop». Fu proprio Vimercarti a presentare a Penati Omer Degli Esposti il vicepresidente del Ccc (il colosso emiliano delle costruzioni) accusato di concorso in concussione per avere imposto all’imprenditore Giuseppe Pasini l’intervento delle coop rosse nell’operazione di riqualificazione dell’area ex Falck con il pagamento di circa 4 milioni e mezzo di euro ai consulenti Francesco Agnello e Gian Paolo Salami.
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