Sest San GIovanni, 2 settembre 2011 - Marco Bertoli lascia. Il direttore generale del Comune di Sesto si dimette dall'incarico dopo il coinvolgimento nell'inchiesta della Procura di Monza sulle ex Aree Falck nella quale è indagato anche l'ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati.

"Normali telefonate di lavoro con Vimercati - si legge nella lettera di dimissioni consegnata al sindaco di Sesto, Giorgio Oldrini - persona che conosco da 40 anni, possono essere politicamente strumentalizzate per screditare il nostro lavoro sulle aree Falck.  Questi dialoghi servivano solo a far intendere bene alla proprieta' privata gli obiettivi e i vincoli dell'interesse pubblico, unico interesse che ho tutelato. Di piu', prima che sapessimo da Bizzi della presenza della Ccc nella sua compagine, e prima che Vimercati ci presentasse, non conoscevo alcuno di loro".

"Leggo sui giornali - continua Bertoli - che, secondo Di Caterina, lo avrei indirizzato alla fine degli anni '90 a Multimedica per ritirare dei 'contributi'. Questo signore, che ho gia' denunciato per calunnia piu' di un anno fa, ignora forse che conosco Schwarz da quando sto con mia moglie (1985), perche' le nostre mogli sono state compagne di classe e di banco nelle loro scuole elementari e medie".

 

IL SINDACO: "LE RESPINGO" - Il sindaco Oldrini ha voluto ringraziare Bertoli "per la sua serieta' e per la sua generosita'. Tuttavia -conclude il sindaco - penso che in un paese mediamente civile, nessuno debba essere indotto a lasciare il suo lavoro senza nemmeno avere avuto la possibilita' di rispondere ad eventuali contestazioni. Per questo non posso accettare le dimissioni del direttore generale".

Cosi' Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni, annuncia che la prossima settimana comunichera' alla
giunta la decisione di non accettare le dimissioni presentate oggi da Bertoli, direttore. "Il ruolo di direttore
generale e' fondamentale e delicato - conclude Oldrini - per questo ne parlero' con la giunta. Ma la mia intenzione e' di respingere le dimissioni di Bertoli, anche perche' non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, e non ha avuto quindi neanche la possibilita' di difendersi".

 

SCARCERAZIONE - Nel frattempo la difesa di Pasqualino Di Leva ha presentato ricorso al tribunale del riesame di Milano per chiedere la scarcerazione dell'ex assessore all'edilizia del Comune di Sesto. E sul tavolo dei pm titolari dell'inchiesta Walter Mapelli e Franca Macchia e' arrivata una voluminosa consulenza sul prezzo delle azioni della Milano Serravalle, uno dei capitoli piu' scottanti dell'indagine. Nel 2005, la Provincia di Milano acquisto' il 15 per cento delle quote dell'Autostrada detenute dal Gruppo Gavio e pago' circa nove euro ogni azione che all'imprenditore era costata 2,9 euro. Un prezzo definito "congruo" dai consulenti incaricati dalla procura di Milano nell'ambito di una indagine che e' in via di archiviazione. Ora, la procura brianzola ha affidato una sorta di 'contro-consulenza' per capire se davvero quello fu un prezzo giusto.

 

IDROSCALO SOTTO ACCUSA - La Procura di Monza ha anche acceso un 'faro', disponendo accertamenti, sul progetto dell''Idroscalo Center', una zona di centri commerciali che dovrebbe sorgere vicino al cosiddetto 'mare di Milano'. Il filone di indagine e'quello che vede indagato l'imprenditore-ingegnere Michele Molina nell'ambito di suoi rapporti opachi e poco chiari, stando ad alcune testimonianze, con l'architetto Renato Sarno, che secondo
i pm curava gli interessi di Filippo Penati.

 

A tirare in ballo Molina, che si occupa di sviluppo immobiliare e in particolare di centri commerciali, e' stato una
delle 'gole profonde', l'imprenditore Piero Di Caterina. Davanti ai pm, infatti, Di Caterina ha raccontato che l'architetto Sarno gli avrebbe parlato di rapporti economici ''opachi ed anomali'' tra lui e l'ingegner Molina in un periodo che va dal 2007 al 2008.

 

L'architetto avrebbe detto a Di Caterina che Molina era interessato all'area della ex dogana del comune di Segrate, dove dovrebbe sorgere l'Idroscalo Center. Secondo le dichiarazioni di Di Caterina, Sarno e Molina avrebbero avuto contatti in relazione al progetto, quando Penati era presidente della Provincia di Milano. Secondo le indagini, l'architetto Sarno era in stretti rapporti con Penati ed era anche stato ''indicato da Penati come colui che avrebbe trovato la soluzione al problema relativo alla restituzione del denaro a Di Caterina'' attraverso
il Gruppo Gavio. Il progetto dell'Idroscalo Center, che dovrebbe diventare una vasta area di centri commerciali, e' ancora fermo, dopo alcune polemiche politiche.

 

 

TEMPI - Agli atti dell’inchiesta dei pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia ci sono anche una serie di intercettazioni telefoniche tra l’ex braccio destro di Penati, Giordano Vimercati, e l’ex dg del Comune di Sesto San Giovanni, Marco Bertoli che secondo i pm  proverebbero l’attuale interesse per l’operazione immobiliare sull’area Falck ancora aperta. In base a quanto riportato dall'Ansa, ci sarebbero alcune telefonate della primavera scorsa durante le quali Vimercati e Bertoli, entrambi indagati nell’inchiesta, fanno riferimento all’area Falck e al loro interesse a svolgere un ruolo nell’operazione. Secondo i pm, in particolare Vimercati si muove per conto delle cooperative emiliane e le considera come una sorta di ‘’clienti’’, anche se non ha, secondo gli inquirenti alcun incarico formale per rappresentarle.

 Intanto, i pm stanno studiando una consulenza redatta da un commercialista da loro nominato riguardo all’operazione Milano-Serravalle, attraverso la quale la Provincia di Milano, allora guidata da Penati, acquisto’ il 15% delle quote della società autostradale dal Gruppo Gavio. In questo filone dell’indagine è indagato il manager di Banca Intesa, Maurizio Pagani, che stando ad alcune testimonianze avrebbe partecipato a riunioni in cui si sarebbe discusso di una tangente da versare a Penati e a Giordano Vimercati.