Sesto San Giovanni, 17 ottobre 2013 - «Quell’elettrodotto deve essere interrato». Il grido d’allarme sollevato dall’Associazione di via Sottocorno, che da anni combatte contro l’inquinamento elettromagnetico e un esorbitante e sospetto numero di tumori e altre malattie, è diventato finalmente un impegno formale per l’amministrazione sestese. Che, in attesa di sottoscrivere un’apposita convenzione con Milano - «abbiamo già un accordo verbale» ha precisato l’assessore all’Ambiente, Elena Iannizzi - ha dato incarico alla società Terna, proprietaria dell’impianto, di elaborare un progetto di massima (costo: 15mila euro, da suddividere tra i due Comuni).


Non è un problema di fattibilità tecnica: i cavi corrono sopra terreni a prato di proprietà pubblica e nei mesi scorsi Terna aveva già dichiarato che l’interramento era realizzabile. «La difficoltà è di tipo economico», ha spiegato Iannizzi, ipotizzando di ricorrere a bandi europei per reperire fondi: sarà il progetto di massima a dire quanto occorre e se dunque sarà un costo sostenibile. La questione ha tenuto banco nei giorni scorsi. Prima il consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, una mozione presentata da Pierantonio Pavan (lista civica Sesto nel Cuore) a favore dell’interramento. Poi, in commissione ambiente, l’audizione dell’Associazione di via Sottocorno: il presidente Massimo Corraini ha ripercorso gli ultimi due anni di iniziative e battaglie, ricordando i dati allarmanti raccolti porta a porta.

«La nostra associazione è nata dopo un funerale, l’ennesimo nei nostri condomini, compilando l’elenco dei decessi per tumori - ha detto Corraini -. In un palazzo ne abbiamo contati 23, diciannove solo negli ultimi cinque anni, di cui 7 alla testa; nell’altro palazzo 13. I morti? Dieci da una parte e nove dall’altra». Senza contare quattro leucemie, demenze senili, un caso di sla, disturbi del sonno, mal di testa, problemi di fertilità, aborti spontanei, spossatezza nei bambini.

Una conta amara, interrotta l’anno scorso: «Ci siamo fermati perché stava diventando difficile tra vicini e perché non era compito nostro». Per Asl e Arpa, tutto nella norma. E allora l’Associazione ha cercato di farsi sentire con conferenze, convegni, un blog, richieste di incontri a tutte le forze politiche. Una mobilitazione incessante che ha portato Pavan, professione medico, a farsi carico del problema di fronte a tutto il consiglio comunale: «Il lavoro da svolgere è lungo - ha sottolineato Pavan - e adesso è necessario velocizzare la burocrazia: parliamo del diritto alla salute di tanti cittadini».

patrizia.longo@ilgiorno.net