
La linea lilla della metropolitana
Cinisello Balsamo (Milano), 6 dicembre 2018 - Il primo tentativo di portare a casa i soldi per finanziare la linea 5 della metropolitana da Bignami a Monza è andato a vuoto. Ma il secondo è dietro l’angolo, esattamente fra una settimana al Senato. La maggioranza gialloverde ha bocciato in commissione Bilancio a Montecitorio un subemendamento proposto da un deputato monzese, il forzista Andrea Mandelli, che prevedeva lo stanziamento di 900 milioni per portare la ‘lilla’ in Brianza. La cifra è proprio quella richiesta dai sindaci di Milano, Monza, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, che la scorsa settimana si sono trovati in Villa Reale per stringere, insieme con Regione, Provincia MB e Città Metropolitana, un patto di ferro per un’infrastruttura in grado di garantire, almeno sulla carta, il collegamento da un capo e all’altro dell’area in meno di 20 minuti. Un progetto da 1 miliardo e 250 milioni per 13 chilometri e 11 fermate (4 a Cinisello e 7 a Monza) dall’attuale capolinea di Bignami fino al polo istituzionale brianteo. Gli enti locali si sono impegnati a dividersi l’onere di 350 milioni: per il resto si appellano al governo. Il monzese Mandelli e Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera e coordinatrice lombarda, lanciano l’allarme: "Che il M5S abbia una idiosincrasia per le infrastrutture è cosa nota, loro sono per la decrescita. Che la Lega, però, si sia schierata dalla parte del blocco di una delle infrastrutture più importanti per i cittadini di Milano e Monza è preoccupante".
Una preoccupazione ripresa anche dal Pd. "Non vogliamo credere che il governo non riesca a vedere l’importanza strategica di questa infrastruttura per l’area metropolitana di Milano e per la Lombardia", dice il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Marino, Filippo Barberis. Che tuttavia guarda avanti: "Anche dopo la bocciatura dell’emendamento alla Camera la partita per noi resta apertissima. Occorre tenere i nervi saldi e compatto il fronte largo che si è formato per la realizzazione dell’opera". Non tutto è perduto infatti. La partita è solo rimandata alla discussione della manovra in Senato, dove la metropolitana può contare, oltre che su un fronte trasversale a tutti i partiti, sul presidente dei senatori leghisti Massimiliano Romeo, un altro monzese. "Stiamo lavorando per presentare in Senato un emendamento sostenuto da tutti i partiti – spiega Romeo –. L’intervento alla Camera era tecnicamente scorretto: non si tratta di creare un nuovo fondo, ma di integrare quello legato al bando in scadenza a fine mese che prevede 2,5 miliardi per tutta Italia. Al Senato tenteremo di integrare questo fondo".
Con tutti i rischi del caso, perché poi diventerà una questione tecnica: "Il progetto deve avere le carte in regola, perché sarà valutato tra gli altri da una commissione". La manovra arriverà in Senato lunedì e gli emendamenti dovranno essere depositati nel giro di un paio di giorni. Il sindaco di Monza rilancia il suo appello alle forze politiche che siedono a Roma. "È un’opera talmente importante per Milano, Monza, Cinisello e Sesto che mi auguro non diventi motivo di strumentalizzazioni politiche e querelle romane – sostiene Dario Allevi –. La firma dell’ordine del giorno alla Villa Reale ha dimostrato che tutte le forze politiche ritengono importante realizzare questo progetto e mi auguro che dalla Finanziaria arrivi la copertura del 72 per cento dell’opera e che comunque le risorse si trovino in qualche modo. Noi il nostro compito l’abbiamo fatto: Milano entro fine mese presenterà lo studio tecnico di fattibilità di MM e come Comuni e Regione ci impegniamo a garantire gli altri 350 milioni. In che misura? Lo stabiliremo appena avremo il via libera da Roma, altrimenti è inutile discutere".