ROSARIO PALAZZOLO
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Coronavirus, il cinisellese a Bergamo che ha sfamato i volontari

Il racconto di Massimo Riva, pensionato e alpino, che ha lavorato alla nascita dell’ospedale allestito per l’emergenza in Fiera

Massimo Riva

Massimo Riva

Cinisello Balsamo (Milano), 2aprile 2020 -  C’è un pezzetto del cuore solidale di Cinisello Balsamo nella incredibile impresa compiuta alla Fiera di Bergamo, dove in poco più di una settimana è stato allestito un ospedale d’emergenza, grazie al lavoro instancabile degli Alpini dell’Ana, di tantissimi volontari bergamaschi e l’apporto di aziende e associazioni. L’Ana di Cinisello, da sempre in prima linea con l’ospedale da campo degli Alpini, ha inviato uno dei suoi soci, Massimo Riva, che fa parte della squadra di volontari tradizionalmente mobilitata in caso di emergenze nazionali e internazionali. "Sono stato inviato a Bergamo per occuparmi di lavori di logistica - spiega Massimo Riva che, 60 anni, da poco in pensione -, ma il mio compito ufficiale nell’organico dell’ospedale da campo è quello di cuoco. Così poco dopo il mio arrivo sono stato chiamato in cucina, per sfamare l’esercito di volontari".

Dalla cucina da campo degli Alpini, Massimo si è trovato a vivere una delle esperienze più incredibili della sua vita, partecipando, in modo indiretto ma fondamentale, alla costruzione da record di un ospedale da 142 posti letto (di cui 72 di rianimazione) che apre i battenti in queste ore. "Mi sono trovato a cucinare per un esercito di centinaia di volontari arrivati da ogni parte della Bergamasca - racconta - c’erano i tifosi della curva dell’Atalanta, poi decine di artigiani, arrivati qui su invito delle imprese, a lavorare gratis fino a tarda notte". La cucina alpina ha sfornato pasti al ritmo di oltre 200 ogni giorno.

"L’altra sera abbiamo cucinato fino alla una di notte, perché i ragazzi mangiano poi tornano a lavorare anche fino alle 3 del mattino. L’entusiasmo e lo spirito di squadra che ho visto qui è incredibile, una lezione per tutti". L’Alpino cinisellese ha vissuto per più di una settimana in un container dell’ospedale da campo che si trova nell’aeroporto di Bergamo, e solo ieri sera è rientrato a Cinisello, dove dovrà fare una pausa di 2 settimane. "Ora l’ospedale passa nelle mani dei sanitari dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma non escludo di tornare nelle prossime settimane per dare una mano nella logistica - conclude -. Intanto, proseguirò il mio lavoro a Cinisello, dove gli altri alpini sono già schierati con Croce Rossa e protezione civile per l’emergenza cittadina".