Colorina, 9 gennaio 2012 - Nel 2008 ha ereditato l’attività del padre Aldo, quando il genitore è morto a 85 anni, dopo una vita trascorsa a costruire dighe in Svizzera e a macinare, e oggi Marino Zamboni, 49 anni, di Colorina, alterna il lavoro di impiegato al Provveditorato agli Studi di Sondrio a quello di agricoltore e di responsabile del mulino di famiglia, situato in via Poira 602, nell’omonima località del Comune di Colorina, al confine con quello di Fusine, dal quale è separato da un ponte.


«Il mulino - ricorda Marino Zamboni - venne aperto nel lontano 1853 dal mio bisnonno Erminio. Il mio papà lo ristrutturò, dal 1980 all’83, rinforzando i muri perchè molto vecchi e rifece la struttura al di sotto del mulino, sostituendo la parte in legno con un’altra in ferro, più resistente all’usura del tempo, ma anche perchè lui era particolarmente bravo a lavorare il metallo. Un cambio di materiali dovuto alla migliore resistenza, ai più bassi costi e alla capacità del babbo. Oggi mi risulta che sia l’unico mulino privato funzionante da Grosio sino a Porlezza, sul lago di Como. E i contadini che mi portano il grano da macinare arrivano, infatti, da queste aree geografiche».

Gli agricoltori portano il granoturco delle pannocchie, quello che serve a ottenere la farina per cucinare un’ottima polenta. «Ho pure alcuni clienti - aggiunge Marino - che, titolari di agriturismi, mi portano da lavorare il grano saraceno, di quello coltivato in Valtellina, per intenderci, e non in Cina, come altro commercializzato da alcune ditte valtellinesi che lo fanno arrivare in Valle attraverso il porto di Genova».

Quali i quantitativi lavorati in un anno nella struttura di Poira di Colorina?
«In un anno - la risposta - macino circa 15 quintali di granoturco. Mi chiede l’andamento? Se c’è stato un aumento o una flessione? Sono decisamente in aumento le persone - tanti i giovani che hanno messo su famiglia - che si servono del mio mulino. Sono subentrati agli anziani, dai quali hanno ereditato i campi, decidendo di continuare a coltivarli. Anche in relazione alla crisi crescente, in Valtellina, noto che molti uomini con famiglia si sono rimessi a coltivare la terra: hanno il campo, la vigna, l’orto, tengono alcuni animali da stalla e non solo. Insomma, c’è un’inversione di tendenza rispetto a un recente passato. Si punta di più sull’alimentazione naturale, genuina, prodotta in casa: ritengo per una ragione di risparmio, ma pure di salute e benessere personale».

«Anche io e mia moglie Graziana Morelli - aggiunge il proprietario del mulino ancora funzionante con le originarie macine in sasso - lavoriamo la terra. Alcuni campi li abbiamo a Colorina, altri li abbiamo presi in affitto a Berbenno, in quanto zona più soliva. E, quando può, ci aiuta pure nostro figlio Daniele di 21 anni, diplomatosi perito elettrotecnico all’Itis di Sondrio».
 

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