di Beatrice Raspa
Il caso del femmincidio di Giuseppina di Luca, la 46enne di Agnosine che lo scorso 13 settembre era stata aggredita a coltellate dall’ex marito, sta per approdare in tribunale. La procura ha chiuso le indagini a carico di Paolo Vecchia e si avvia a chiedere il processo. Omicidio aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dal vincolo di parentela con la vittima sono i reati che le pm Carlotta Bernardini e Benedetta Callea contestano al 52enne di Sabbio Chiese, reo confesso e in carcere da subito. Un delitto esploso dall’incapacità dell’uomo di accettare la separazione voluta dalla madre delle sue due figlie di 21 e 24 anni, con cui era stato sposato per 26 anni. ‘Giusy’, come la chiamavano tutti, operaia alla Cominotti di Agnosine, a inizio agosto aveva infatti deciso di interrompere quella relazione ormai logora. Una scelta travagliata e oggetto di infinite discussioni con il marito, che non si dava pace e continuava a seguirla per farla tornare sui suoi passi. Stando a colleghi e agli amici Vecchia era ossessionato, era sprofondato in un tunnel di rivendicazioni e depressione. In un mese era ingrassato dieci chili. A qualcuno aveva anche confidato che l’avrebbe fatta pagare a Giusy, ma le sue dichiarazioni erano apparse a tutti solo un sfogo. Finché i primi giorni di settembre il 52enne non ha ricevuto la lettera con la richiesta di separazione inviata dai legali della moglie. Un atto che ha ufficializzato una realtà da lui percepita come irrevocabile. Così la mattina del 13 settembre – un lunedì – Vecchia è uscito dall’abitazione di Sabbio dove fino a poche settimane prima aveva vissuto con Giusy e le figlie e si è recato ad Agnosine, in via Matteotti, da lei. In tasca, un coltello a serramanico e un pugnale. Ha atteso sul pianerottolo che la ex uscisse per andare a lavorare – la figlia minore, Sara, dormiva nell’appartamento – e poco prima delle otto l’ha aggredita, piantandole ripetutamente le lame in gola, al petto, alle spalle, al torace. L’ha colpita almeno dieci volte e quando l’ha vista stramazzare a terra è risalito in auto, è tornato a Sabbio Chiese, ha riposto i coltelli su un mobile dell’abitazione coniugale ed è andato dai carabinieri a costituirsi. Assistito dall’avvocato Roberto Lancellotti, Vecchia affronterà il processo in Assise. Il rito abbreviato, infatti, per i reati puniti con l’ergastolo, quale è l’omicidio aggravato, per via delle recenti riforme è una scelta impraticabile. ‘Vecchia è una persona sofferente, quel cambio di vita repentino gli ha fatto crollare il mondo addosso’ lo difende il legale. Proprio le condizioni psicofisiche problematiche dell’operaio sono oggetto di un approfondimento a cura della difesa.