di Roberto Canali
Fa discutere, e non solo in paese, la decisione del parroco, don Carlo Radrizzani, di rivolgersi ai fedeli chiedendo loro di pregare per tutto il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, per "riparare le oscene blasfemie contro la Vergine Maria e il Signore nostro Gesù Cristo fatte ai vari Gay Pride".
Il riferimento, forse, è al manichino travestito da Madonna fatto sfilare a seno nudo e con il busto scoperto, e pitturato, al corteo Cremona Pride che si è svolto nei giorni scorsi.
Fatto sta che l’appello di don Radrizzani è stato scritto nero su bianco sul "Calendario parrocchiale" affisso fuori dalla chiesa di Frontale, una delle frazioni del paese, nel quale di norma vengono riportate le indicazioni sulle messe e le funzioni religiose. In breve tempo la notizia si è diffusa tra i fedeli e anche sui social dove, in tanti, non l’hanno presa bene. "Già parlare di Gay Pride è una discriminazione – hanno puntualizzato alcuni – si tratta di Pride e basta, ovvero l’orgoglio di essere quel che si è senza dover subire discriminazioni. Non c’è oscenità a manifestare il proprio essere o il proprio corpo, casomai oscena dovrebbe essere la guerra e i fedeli andrebbero invitati a pregare per la pace".
Non nasconde la sua sorpresa anche Marco Valenti, attivista del movimento gay di Sondrio. "Quella del parroco di Sondalo mi sembra una posizione un po’ datata, frutto probabilmente di un omofobia interiorizzata. Una posizione più personale che non della Chiesa che dal 2013 a oggi, anche grazie a Papa Francesco, ha assunto posizioni diverse, più improntate a un’apertura e a un dialogo. Per fortuna accanto a frange della Chiesa più reazionarie ci sono anche sacerdoti che non hanno paura di confrontarsi come fece alcuni anni fa don Augusto di Tresivio che accetto di partecipare a un incontro che la nostra associazione aveva organizzato per parlare di fede".