
un torrente
Albosaggia (Sondrio), 3 marzo 2020 - Anche se l'ultima alluvione provocata dal torrente Torchione risale al 1917, la prevenzione non è mai troppa. Soprattutto quando si tratta di territorio montano. Per questo il comune di Albosaggia ha predisposto alcuni interventi di pulizia e manutenzione del corso d'acqua. Il primo, affidato a una ditta locale, è in corso e riguarda il tratto terminale di circa 300 metri, fino alla foce. «Stiamo ripulendo l'argine: erano anni che nessuno lo faceva - spiega l'assessore all'ambiente e territorio del Comune orobico, Vittorio Ruttico - Affidati a una ditta locale, i lavori sono a buon punto: nel giro di un paio di giorni termineranno».
Inoltre in primavera, sul versante sinistro del torrente, «creeremo una stradina come quella di San Salvatore, utilizzando la nuova macchina che, grazie al potente motore, riesce frantumare pietre sul posto. La stradina ci servirà per provvedere in futuro alla manutenzione ordinaria del torrente. Non lasceremo che passino altri 10 anni senza metterci mano. Anche perché, tra l'altro, agendo in emergenza le spese sono nettamente superiori», precisa l'assessore. In futuro Albosaggia prevede di agire sul torrente anche a monte, in località Cantera (600 metri di quota) «che è particolarmente mal messa e sporca», specifica. Oltre a garantire la sicurezza e ad agire in prevenzione dei dissesti, la pulizia del torrente è indice di decoro.
«Un corso d'acqua deve essere pulito e ordinato, a maggior ragione se passa in mezzo al paese», aggiunge Ruttico, ricordando un altro intervento sempre legato al territorio: la rimozione di quel che rimane di due ski-lift e di una struttura adibita a ristoro in località Campelli, a 1300 metri di quota. Un vero e proprio ecomostro che deturpa il paesaggio. Previsto nell'autunno passato, l'intervento da 65 mila euro promosso dal Parco delle Orobie è slittato a questa primavera. L’impianto di risalita dismesso, costruito alla fine degli anni sessanta, oltre al decoro, pone problemi di stabilità e sicurezza/salute pubblica, vista la presenza di rifiuti e di materiali inquinanti. Con la rimozioni dei 12 piloni e dello stabile e grazie a nuove piantumazioni scomparirà la discontinuità paesaggistica e la natura potrà riprendere pieno possesso dell'area. Per tutto il maggengo, con prati ben tenuti, boschi e numerose abitazioni frequentate stagionalmente, sarà come un ritorno alle origini.